Una grafica accattivante per l’ECO MENU’ di Greenpeace. Può sembrare un buon primo passo, adatto per essere inoltrato a iosa nei Social Media…
Ma francamente ci sembra un po’ demodé, fuori moda, poco incisivo per i tempi che corrono.
Forse andava bene negli anni ’80, ma oggi induce erroneamente a sperare in una soluzione che invece non può arrivare continuando così, con le mezze misure.
Se vogliamo cercare di salvare il salvabile, visto che il nostro MENU’ quotidiano incide pesantemente sull’Emergenza climatica, non possiamo parlare a mezza bocca sperando di accontentare tutti.
Ci dispiace, abbiamo tutti agito per anni con trascurata noncuranza e ora la situazione è davvero grave.
Ed è urgente fare qualcosa perché è iniziato un vero conto alla rovescia.
E fare qualcosa significa anche cambiare alimentazione in modo chiaro, soprattutto per coloro che sono abituati a una pesante dieta onnivora o per i vegetariani che abusano di latticini.
Perché fintanto che daremo mangime agli animali di allevamento, oltre a farli soffrire privandoli dei loro diritti, negheremo cibo a chi ha fame e sottrarremo risorse a un Pianeta in crisi.
Se vogliamo giustizia climatica per tutti, dobbiamo dividerci il cibo.
E dividerci il cibo significa adottare un MENU’ bio, equo e solidale a prevalenza vegetale, in modo che ce ne sia per tutti.
Quello che ha un’impronta ecologica minore, quello che inquina meno e che spreca meno terra, acqua, foreste.
Come dicono gli amici di AGIRE ORA…
“Abbiamo il potere di definire il nostro impatto sul mondo… ma possiamo esercitarlo solo se abbiamo le informazioni corrette.”
“Non culliamoci nella falsa certezza che qualcuno ci offra una soluzione per risparmiarci il fastidio di cambiare le nostre abitudini a tavola.
Vinciamo la pigrizia e l’inerzia, e iniziamo a cambiare!
Non esistono gli allevamenti ecologici. Esiste solo la possibilità di diminuire i consumi di carne, pesce, latticini e uova. Solo questo può aiutare il nostro pianeta e al contempo la nostra salute.
Inizia subito, e ricorda che maggiore è la diminuzione, più leggera diventerà la nostra impronta: l’ottimo è arrivare a zero. Per camminare in punta di piedi.“
fonte: Agire Ora