A proposito di alimenti funzionali di cui parliamo durante il corso di Autodifesa Alimentare analizzando la differenza tra naturale, funzionale, salutistico…
Ecco un articolo di RASSEGNA STAMPA molto interessante.
Qui si parla di “terapie nutrizionali”, forse c’è già qualcosa di valido sul mercato a livello di integrazione alimentare utile anche per semplice “benessere”… 😉
Buona lettura!
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PROPOSTA DA UN ISRAELIANO
Cibo da astronauti per il Crohn
Nei bambini bastano dalle sei alle otto settimane per ottenere la remissione
MILANO – Che la svolta per risolvere la malattia di Crohn arrivi direttamente dallo spazio?
Sì, se ci ha visto giusto Raanan Shamir, un gastroenterologo pediatra dello Schneider Children’s Medical Centre di Tel Aviv che da tempo sperimenta cibo da astronauti su bambini malati.
Secondo la revisione dei dati sull’argomento che ha pubblicato di recente sul Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition , il 60-70 per cento di loro va in remissione dai sintomi in appena 6-8 settimane.
FORMULA – Va detto che nello spazio non si mangiano manicaretti: il cibo di cui si parla è in pratica una polvere liofilizzata da mescolare con l’acqua che in pochi grammi fornisce tutti i nutrienti necessari per un giorno intero. Gusto zero, nutrimento assicurato.
E fa meraviglie nei piccoli pazienti con Crohn, come riferisce Shamir: la maggioranza non ha più sintomi nel giro di due mesi, con un tasso di remissione analogo a quello dei piccoli trattati con steroidi ma senza effetti collaterali come la malnutrizione o il ritardo di crescita.
In chi soffre di Crohn infatti l’intestino, costantemente infiammato, non permette un corretto assorbimento dei nutrienti: un grosso problema soprattutto in organismi in crescita come i bimbi, che è perciò necessario scongiurare.
La terapia nutrizionale dell’israeliano parrebbe riuscirci, anche se lui stesso pare il primo a stupirsene: «Non sappiamo perché funziona, né se una formula è più efficace o preferibile a un’altra», ha ammesso.
DIFFICOLTÀ – Quel che è sicuro è che occorre costanza, e anche un bel po’ di forza d’animo: durante le prime settimane di trattamento non si può mettere in bocca nulla, per mantenere il risultato il 25-50 per cento della dieta deve continuare a essere costituito dalla “magica” polverina.
Difficile convincere a farlo un adulto, forse un poco meno complicato in un bimbo: l’idea di mangiare come un astronauta magari aiuta.
Ma non è comunque una passeggiata: non a caso Shamir spiega che è dura convincere le famiglie («Sarebbe più semplice farli uscire dal mio studio con la ricetta per una medicina», osserva) e sottolinea che serve supporto psicologico, medico e dietetico.
Negli adulti è più probabile ottenere risultati coi farmaci che con la terapia nutrizionale: lo hanno dimostrato vari studi e lo conferma l’israeliano, spiegando che in età adulta la crescita è ovviamente l’ultimo dei pensieri perché «i pazienti vogliono solo sentirsi meglio, non gli importa di un apporto nutrizionale adeguato e fanno fatica ad alimentarsi con polverine».
MEDICI – Ora Shamir sta combattendo una sorta di crociata: vuole convincere la comunità medica che la terapia nutrizionale “da astronauti” può avere un ruolo, almeno nei bimbi, come cura di prima linea contro il Crohn «tanto quanto gli steroidi», dice.
Ma gli specialisti che cosa ne pensano? «Sull’efficacia in realtà non ci sono troppi dubbi – dice Massimo Campieri, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie croniche intestinali del Policlinico Sant’Orsola di Bologna – Il vero problema è che per questo tipo di terapia, effettuata anche in Italia, bisogna ricorrere il più delle volte a sondini: la polvere mista ad acqua non viene data per bocca, e ciò rende il trattamento ancor meno gradevole.
Bisognerà studiare bene queste formule per trovare il modo di costruire diete “normali”, da seguire mangiando alimenti veri, che però forniscano gli stessi principi nutritivi, nella stessa quantità.
Perché è indubbio che l’intestino dei piccoli malati di Crohn stia meglio se non viene caricato di cibi che possono danneggiarlo.
Semmai, c’è da chiedersi perché gli stessi effetti non si abbiano negli adulti: verosimilmente ha ragione Shamir, i grandi preferiscono la pillola per stare meglio e non riescono a seguire davvero una terapia nutrizionale così pesante», conclude Campieri.
Fonte: Corriere della Sera.it – Salute – Nutrizione – Cibo da astronauti per il Crohn, di Elena Meli – 15 luglio 2009