Ciao a tutti!
Anche questo corso di Nutrizione e Autodifesa Alimentare è giunto al termine. 🙁
Durante la quarta lezione si è parlato di tanti argomenti tra cui l’importanza dell’Integrazione Alimentare.
Cosa sono gli integratori alimentari?
Grande confusione regna tra gli italiani, scarsissima la reale conoscenza ed in molti li confondono con le medicine!
Scienziati e Medici come Pauling, Sears, Heber, Chopra, Rath, Ignarro e Martina – secondo le rispettive specializzazioni – hanno sostenuto la imprescindibilità della sana integrazione aliemntare e qualcuno di essi l’ha definita chiaramente una “polizza sulla salute”.
Gli integratori hanno un certo costo. Vero! Ma come mai nessuno riflette veramente sui Costi Sociali delle malattie?
E veniamo alla base, la colazione, il primo vero startup per ognuno. Malgrado quotidiane informative rese da televisione e mass media multiformato, quasi il 50% degli italiani continua a non fare colazione!
D’altro canto, né digiuno, né caffè, né l’accoppiata cappuccino-cornetto sono di effettiva nutrizione (anche perchè scatena lo yo-yo insulinico).
Nella ”colazione intelligente” – che si può fare almeno in 3 modi – l’apporto nutrizionale deve contemplare proteine magre, cereali e fibre, vitamine e minerali ed acidi grassi omega3.
Numerosi, purtroppo, i “False Friends dell’alimentazione” di cui abbiamo analizzato 10 esempi, erroneamente considerati salutari…
La Piramide Alimentare, opportunamente riformulata e l’opportunità di consultare giornalmente il “cibometro” costituiscono il cardine basilare per l’autentica nutrizione integrata, che deve essere corroborata dal “Pensiero Alimentare Positivo”. 😀
Mi ha colpito tantissimo venire a conoscenza del fatto che, anche se si assumono 1600-1700 kcal giornaliere, con il cibo “normale” si rischia la costante carenza nutrizionale, perché spesso mancano i nutrienti basilari per l’organismo; pertanto dovremmo assumere 4.000 Kcal (cosa insostenibile! 😕 ) per essere sicuri di avere tutti i micro-nutrienti solo dal cibo…
Altra cosa che ignoravo, è che la definizione di “tonno bio” è un po’ un controsenso (in quanto il tonno sta nel mare che è ben altro che “controllabile” a livello di mercurio, inquinanti e varie…), con questa dicitura s’intende di solito quello pescato controllando che non rimangano delfini intrappolati nelle reti, che nel caso, vengono subito liberati! Quel che non comprendo è cosa c’entri il bio… non so, forse è più argomento di tutela degli animali. Mah!
A proposito di pesce, ben sapevo che il tonno (come numerose specie ittiche di taglia medio-grande) contiene tantissimo mercurio e metalli pesanti. Sia io che mio marito, infatti, ci siamo sottoposti ad analisi specifiche – per curiosità – e l’esito non è stato certo incoraggiante rispetto alla scarsa quantità di tonno e di pesce di grossa taglia che mangiavamo.
I risultati sono stati i seguenti, per soggetti come noi definiti NON ESPOSTI: per me 6.61 mcg/1 – per mio marito 4,95 mcg/1 (valori normali per mercurio inorganico 0-5 ) (valori normali per mercurio organico 0-10 ). Cosa dire, sarà dipeso solo dal tonno?
Non credo sia così, probabilmente anche l’acqua domestica corrente che, al tempo, bevevamo e nella quale ignoravamo la presenza di tracce di metalli pesanti.
Mi ha divertito molto la definizione che è stata data della farmacia quale “luogo di cura e non di prevenzione o di shopping”. E dovrebbe realmente essere così, specie per la non corretta abitudine che i piccoli recepiscono!
Questo corso ha contribuito notevolmente ad aumentare la mia già presente consapevolezza ma, soprattutto, ha indotto in me l’idea di un ulteriore cambiamento nelle attuali abitudini alimentari: comincerò ad acquistare cereali e legumi secchi, integrali (davvero!) e biologici con scadenza non inferiore ai 6 mesi stando attenta ad evitarne l’acquisto in presenza di polverina sul fondo della confezione.
Nei miei precedenti Report ho già scritto che “generare un cambiamento nelle persone non è facile”, e di ciò ho piena coscienza; tuttavia, siccome “volli, volli, fortissimamente volli”, è mia ferma intenzione divulgare agli altri il reale significato del junk food – il cibo industriale (assolutamente da limitare), del cibo tipico (da ingerire saltuariamente), ma soprattutto dei vantaggi terapeutici, del cibo salutistico unito ad uno stile di vita corretto, quale primo fondamentale strumento di prevenzione delle patologie!
Direzione? Avanti tutta sulla STRADA DEL BENESSERE!
Sì decisamente la dicitura “bio” è spesso usata a sproposito, in questo caso sarebbe più adatto “cruelty free” ma anche lì… cruelty free di che??? 😕 I tonni non sono anche loro degli esseri viventi?
L’ultima che ho letto è che il tonno bio è chiamato così quando sta in olio di oliva bio…
Continua a non suonarmi… Quindi la dicitura “bio” deve essere pertinente al prodotto e dobbiamo ragionare quando la vediamo sui prodotti senza farci imbambolare da stratagemmi di marketing….
Il tonno è un animale a rischio di estinzione, di grande stazza, che vive a lungo e – come tutti i pescioloni che si vendono a trance – accumula, come hai detto, molti metalli pesanti.
Per tutti questi motivi è bene evitare di mangiarlo!
Per quanto riguarda invece l’acquacoltura il discorso è diverso… ecco un comunicato stampa dedicato ai branzini che spiega cosa intendano per “biologico”…
Però mi sembra molto triste lo stesso, anche i 15 kg di pesce per metro cubo in un allevamento biologico a fronte dei 40 kg in allevamento tradizionale… 🙁
(AGI) – Roma, 9 nov. – Cresce la voglia di biologico anche sul banco del pesce. Il metodo biologico varca ora anche le porte dell’acquacoltura, grazie ad un recentissimo regolamento europeo (n. 710 del 5 agosto 2009) che ne fissa modalita’ e procedure.
In verita’, da tempo i tecnici di Veneto Agricoltura, seguendo un innovativo disciplinare coerente con i contenuti del Regolamento UE citato, stanno studiando e sperimentando l’applicabilita’ del metodo biologico alle specie ittiche di valle, branzini in primis.
Infatti, presso il Centro Ittico “Bonello” a Porto Tolle (RO), da circa due anni Veneto Agricoltura sta allevando questo pesce pregiato solamente con mangimi bio certificati, il quale si sviluppa in vasche a bassa densita’ ( 15 kg per m3 rispetto ai 40 che puo’ raggiungere un allevamento convenzionale) per favorire un maggior benessere animale e migliori condizioni di salubrita’.
A presto! 😀