Abbiamo parlato degli isoflavoni, queste sostanze vegetali straordinarie che rendono ancora oggi insostituibile l’apporto di alimenti derivati dal mondo vegetale.
La soia, la leguminosa che oggi rappresenta in un certo senso la cultura alimentare alternativa, ne è particolarmente ricca, ed i suoi flavoni sono famosi soprattutto per la loro azione fitoestrogenica.
Gli isoflavoni della soia hanno dimostrato sia guardando ai minori disturbi di cui soffrono le donne orientali, sia verificandone i poteri antiossidante in sede di ricerca clinica, di avere una grande capacità di riequilibrare le attività ormonali femminili.
E abbiamo già anticipato durante il Corso di Autodifesa Alimentare quanto l’equilibrio sia vitale per il mantenimento di un organismo sano e forte.
Quando la donna (soprattutto occidentale) rallenta la sua naturale produzione di estrogeni, si possono presentare una serie di disturbi come le famose vampate, gli sbalzi di umore o l’osteoporosi che qui da noi sono considerati classici indizi, per esempio, dell’inizio della menopausa. Le terapie farmacolgiche a base di ormoni sintetici migliorano il quadro generale, ma sembrano essere purtroppo sempre più correlati al rischio di neoplasie a seno e utero.
Al contrario i fitoestraogeni della soia sembrano portare gli stessi vantaggi senza i rischi collaterali. Oltre ad altri vantaggi, come quello già accennato dell’azione antiossidante, questi isoflavoni non solo agiscono come estrogeni, ma all’occorrenza – come nella sindrome premestruale – possono anche lavorare al contrario per limitare lo stress indotto dagli estrogeni naturali femminili.
Nel caso di tumori, dove gli estrogeni in eccesso possono stimolare anche le cellule malate a riprodursi, gli isoflavoni sembrano agire come antitumorale (sono ormai migliaia gli studi effettuati su questo piccolo fagiolo giallo) proprio grazie a questa funzione che i medici chiamano “antiestrogenica”.
Principi vegetali potenti e consigliatissimi per una donna dunque, anche e soprattutto per l’ “intelligenza” con cui riequilibrano la situazione. Ma conviene inserirla nelle nostre tavole il prima possibile, senza aspettare l’arrivo in famiglia della menopausa.
Leonardo Di Paola
Wellness Coach & Trainer
grazie leonardo,
hai toccato un argomento che mi coinvolge moltissimo!
sono ghiotta di soia, ne consumo in tutte le forme, dai germogli al tofu.
ne apprezzo il sapore e le qualità nutrizionali (è l’unico latte vegetale con un contenuto proteico equiparabile a quello vaccino, mentre i deliziosi latti di riso, avena e mandorle pur avendo altri vantaggi non possono essere utilizzati nei bimbi come sostituti).
c’era però un dubbio che mi attanagliava, in quanto in rete avevo trovato notizie molto contrastanti sulle sue proprietà antitumorali, al punto che alcuni studi ne sconsigliavano l’utilizzo in donne con precedenti neoplasie.
come naturopata sostengo sempre che la natura è intelligente e che ciò che assumiamo attraverso l’alimentazione naturale e l’oculata integrazione ha generalmente effetto regolarizzatore, ma ora che me lo confermi sono molto più tranquilla.
grazie ancora, vado a farmi un budino di soia!!!
Anc’hio avevo letto delle notizie negative sulla soia e, siccome ne faccio molto uso, mi ero preoccupata. Bene, continuerò a strafogarmi di soia. Grazie ciao Lidia
Si fa sempre molta confusione e spesso si sa 🙁 a qualcuno conviene demonizzare i prodotti alternativi.
Comunque per la soia c’è da stare solo attenti ai FITATI che sono presenti comunque nel fagiolo della soia come in molti altri cereali e legumi, ma che con l’ammollo e la tostatura – come abbiamo già detto al corso – si inattivano. 🙂
Ovviamente anche per prodotti a base di soia bisogna cercare alta qualità, una buona etichetta e possibilmente un marchio biologico. Ma lo vedremo insieme domani!
Grazie per i vostri preziosi feedback!!! 🙂