prima di intraprendere il mio percorso Vegetariano, ho studiato moltissimo, mi sono documentata, ho letto studi fatti dall’ADA (American Diet Association), tuttora sono sempre in ricerca sia dei “benefici” che dei “malefici” dei vari prodotti , in particolare della soia.
Purtroppo ho saputo che qualcuno di recente sparla della soia definendola alimento a rischio per il benessere dell’organismo.
Allora leggete quanto segue… sono veri studi! 🙂
Gli alimenti vegetali contengono insieme ad una vasta gamma di nutrienti anche un complesso di non nutrienti bioattivi chiamati fitochimici, cioè sostanze chimiche delle piante , che possono recare benefici a lungo termine.
Alcuni fitochimici esibiscono caratteristiche simili agli ormoni; in particolare i fitoestrogeni, sono un gruppo di sostanze derivate dalle piante che possono simulare gli estrogeni endogeni, cioè prodotti dal nostro organismo.
Sebbene dotati di più debole attività estrogenica rispetto agli estrogeni endogeni, i fitoestrogeni possono ugualmente esercitare i loro effetti fisiologici perché, quando si ingeriscono cibi ricchi di fitoestrogeni, la loro concentrazione nel sangue può diventare anche 10.000 volte maggiore di quella dell’estradiolo, il più potenti degli estrogeni endogeni.
I fitoestrogeni si comportano come deboli estrogeni o come anti-estrogeni nei confronti delle cellule a cui si legano. Questo dualismo ormonale sembra essere la causa di una serie di effetti benefici sulla salute: il comportamento estrogenico sembra essere legato alla riduzione del rischio di osteoporosi e di malattie cardiovascolari: quello anti-estrogeno alla riduzione di rischio di cancro alla mammella.
Si stanno inoltre accumulando prove sul ruolo benefico dei fitoestrogeni come alternativa alla terapia ormonale sostitutiva in menopausa.
Le principali classi di fitoestrogeni sono: gli ISOFLAVONI e i LIGNANI.
I LIGNANI si trovano in alimenti molto ricchi di fibre, come grani, frutta e verdura, i semi di lino sono la sorgente più ricca di lignani, ma anche il sesamo e i semi di girasole e i grani interi di segale e orzo.
Gli ISOFLAVONI si trovano nei legumi, in particolare nella SOIA che ne è più ricca, in particolare di quello dotato della più potente attività fitoestrogena, la genisteina.
Le popolazioni asiatiche che, pensate, hanno una bassa incidenza di alcuni tipi di tumori, consumano dai 20 ai 40 mg di isoflavoni al giorno, cioè da 1 a 2 porzioni di cibi a base di soia.
Nelle isole di Okinawa, in Giappone, vivono ben 365 ultracentenari; il segreto secondo gli studiosi sta tra l’altro nell’alimentazione a bassa densità calorica costituita per lo più da verdure, particolarmente ricche di antiossidanti, cereali e tofu, il derivato della soia contenente grandi quantità di fitoestrogeni che rallentano, oltretutto, il processo di invecchiamento.
Alessia Moda
Wellness Angel di Staff 🙂
brava ale,
sei fantastica come sempre!!!
pensa che hai proprio risposto ad un mio dubbio riguardante l’attività antiestroginica: un anno fa in un corso di aggiornamento mi era stato suggerito di non utilizzare integratori a base di fitoestrogeni in signore sottoposte a terapia antiestroginica dopo mastectomia o isterectomia dovute a neoplasie. e di utilizzare questa precauzione anche in donne con tendenza familiare a queste problematiche.
l’osservazione che avevo posto era: com’è possibile che le donne asiatiche che fanno grande uso di soia e derivati presenti invece una bassa incidenza tumorale?
finalmente è arrivata la risposta!
grazie mille!