E con i primi risvegli dal torpore post-panettoniano e post-torroniano, eccoci di nuovo ad assegnare l’ormai noto Premio della Critica di Autodifesa Alimentare.
Stavolta i vincitori sono dei ricercatori statunitensi dell’università del Michigan, che – decimando inutilmente poveri topolini – avrebbero notato come topi tenuti a dieta con il 60% di calorie in meno abbiano difese immunitarie più basse contro l’influenza, nonostante ricevano giuste dosi (?) di vitamine e minerali.
Premesso che noi di Autodifesa Alimentare abbiamo una particolare avversione per il termine “dieta”, così generico e privativo da creare più danni che benefici nella mente di chiunque stia cercando il suo equilibrio alimentare, come sempre quando leggiamo messaggi di questo tipo non possiamo non pensare a strategie di marketing finalizzate a compensare il crollo delle vendite alimentari tipico di questi giorni post natalizi.
Da questa notizia ANSA del 2 gennaio ecco il messaggio illuminante:
“non mettetevi a dieta quando fa freddo perché vi ammalate di più”.
Messaggio distorto ma tranquillizzante per le decine di milioni di italiani in sovrappeso che certamente rimbalzerà come una pallina da ping pong impazzita sulle rete e nei passaparola da autobus. Conclusione cui si è rapidamente accodato anche un eminente virologo dell’Università degli Studi di Milano. 🙁
Peccato che il messaggio risulti essere estremamente semplificato e banalizzato nella sua esposizione, tanto da rendere le conclusioni operative del comunicato stampa prive di un reale fondamento.
1. non siamo topi…
La dottoressa americana Elizabeth Gardner, responsabile dello studio, ci dice che i topi che seguono questa dieta tendono ad influenzarsi e a morire (!) più degli altri…
Da quel che mi risulta gli esseri umani non muoiono come mosche per l’influenza, dunque dobbiamo presupporre o che si tratta di un virus diverso dai mali di stagione che tutti noi abbiniamo al termine influenza, oppure che gli esseri umani hanno un sistema immunitario leggermente diverso da quello dei topi.
In entrambi i casi le conclusioni (“non mettetevi a dieta d’inverno”) sono infondate o quantomeno incomplete;
2. che vuol dire dieta?
Parlare di riduzione calorica della dieta senza entrare nel merito della composizione della stessa, per poi collegare questa stessa dieta alla presunta minore resistenza del sistema immunitario, è come dire che leggendo un libro di 60 pagine si impara molto meno che leggendone uno da 100 pagine… non ha alcun senso!
Confusione perpetrata forse involontariamente dal nostro ricercatore milanese che – ancora una volta senza chiarire di che dieta stiamo parlando – proclama che quando stiamo a dieta diminuiamo la nostra capacità di rinnovare i tessuti cellulari delle cellule immunitarie…
… non sarà che forse dipende anche da quante proteine, da quanti ingredienti fitobotanici e da quanti acidi grassi essenziali inseriamo in questa benedetta dieta?
3. però “mangia tanta frutta e verdura“…
Dulcis in fundo, nel ricordarci di non iniziare a stare a dieta, il consiglio alimentare conclusivo (e sacrosanto) è mangiare tanta frutta fresca, verdura a foglia larga e carne, perché così abbiamo più vitamine C e B…
A parte il fatto (che spesso anche i giornalisti dimenticano facilmente) che anche questa mi sembra una “dieta”, nel senso letterale del termine che deriva dal greco e che significa “scelta di un determinato stile di alimentazione”.
A parte il fatto che la ricercatrice statunitense chiarisce che anche i topini con la dieta ipocalorica prendevano vitamine adeguate (anche se bisognerebbe sempre verificare…), questi tre gruppi alimentari sono da almeno 30 anni la base della maggior parte dei programmi di controllo del peso!
Se dobbiamo continuare a mangiare le nostre schifezze quotidiane, perché non vedo zuccheri, cereali raffinati, fritti, intingoli e latticini… non è che evitandoli senza saperlo ci stiamo mettendo anche noi “a dieta” e magari facciamo la fine dei poveri topolini?
Battute a parte, i fatti ci dicono che la qualità del cibo conta più della quantità anche per il sistema immunitario, e che chi è sovrappeso, soprattutto dopo i 35 anni, deve ad una maggiore quantità di grasso viscerale un drammatico aumento del rischio cardiovascolare.
E se per un’influenza stagionale non è facile mietere vittime di massa, almeno qui in Italia, per le malattie legate all’apparato cardiovascolare questo putroppo è oggi ancora all’ordine del giorno.
Quindi?
Attenzione a quello che leggiamo perchè spesso al di là del fondamento scientifico la sintesi da prima pagina inganna e confonde le idee dicendo tutto ed il contrario di tutto.
Come ha detto Francesca Martini, sottosegretario al Welfare con delega alla Salute, nella sua crociata contro le diete drastiche post feste «non ha senso affannarsi per smaltire i tre o cinque chili su pancia e fianchi. Non spendete soldi inutili per fare il digiuno. Piuttosto correggete in modo permanente gli stili di vita». (Corriere.it- 4 Gennaio ’09)
La nostra soluzione?
Come sempre CONSAPEVOLEZZA! 😀
Impariamo a difenderci a tavola ed amare noi stessi ed il cibo che mangiamo… tanto basterà per rientrare nel peso forma in barba alle diete “classiche” che ci vogliono consumatori perenni e disinformati dell’industria del malessere.
Leonardo Di Paola
Wellness Angel Coach & Trainer Autodifesa Alimentare