Eccoci a un’altra immagine di Minimiam – nome d’arte di Pierre Javelle e Akiko Ida – di cui abbiamo già parlato in Muscoli Verdi, il cibo secondo Minimiam e qui Junk Food e Ghiacciai. Il cibo secondo Minimiam 2, foto curiose che sono un po’ una scusa per parlare di cibo, ambiente, consapevolezza alimentare.
E oggi parliamo di kiwi e di prato…
Il Kiwi è un frutto dissetante dalle grandi proprietà nutritive, ricco di vitamina C (superiore all’arancia e al limone), ma anche di vitamina E, rame, ferro e potassio, che gli conferisce proprietà antisettiche, antianemiche, diuretiche e rimineralizzanti.
Benevolo per cuore e arterie, aumenta la difese immunitarie.
Certo a causa della morbidezza della polpa e della buccia, non sempre si trovano in commercio dei Kiwi maturati al punto giusto, venduti in vaschette di plastica o di polistirolo, per lo più, sono difficili da scegliere e ogni tanto…
Si rischia di portarsi a casa o frutti duri come pietre o, al contrario, spappolati.
Ovviamente scegli solo Kiwi di provenienza italiana (viene coltivato per lo più in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Veneto, Campania e Puglia) ed evita quelli che vengono dal Cile e dalla Nuova Zelanda, che hanno fatto davvero troppi chilometri per essere ambientalmente sostenibili (e anche per essere freschi, se vogliamo!) 😉
Peraltro è anche facile da coltivare, essendo una pianta abbastanza resistente e poco amata dai parassiti.
Per cui suggerisco a tutti quelli che hanno un giardino, invece di comprare kiwi al supermercato in packaging inquinanti, di costruire una bella pergola con dei pali di legno per fare arrampicare un paio di piante di kiwi che nel tempo cresceranno formando un vero e proprio rifugio verde per l’estate…:-)
Occhio che il Kiwi è una pianta dioica, significa che abbiamo kiwi maschi e kiwi femmine, ergo per avere frutti ti servirà un kiwi maschio (che impollinerà) ogni 4-5 kiwi femmine (che produrranno frutti).
E passiamo ad un altro elemento della foto, la falciatrice.
Questo mi fa venire in mente la mania dell’essere umano di imporre la sua visione perfettina del mondo.
In fondo così come la peluria della buccia dei kiwi protegge la polpa del frutto, anche il prato protegge la terra che non deve MAI essere scoperta ed esposta ai raggi diretti del sole.
In un mondo che sta perdendo fertilità e biodiversità, tagliare un prato rustico e spontaneo per piantare un pratino all’inglese è un’aberrazione!
Un prato tagliato corto necessita di essere innaffiato spessissimo, sprecando un’immensa quantità di acqua, che peraltro evapora immediatamente.
Allo stesso modo ha bisogno di concime e fertilizzanti, perché i lombrichi e tutti gli animaletti utili non amano frequentare posti così caldi!
Abitando in campagna mi intristisce vedere i miei vicini di casa con le nevrosi da weekend tagliare il pratino ogni settimana o quasi facendo strage di margheritine e fiori spontanei (anche loro necessari alla api, agli insetti e alla biodiversità) e per di più – da veri inconscienti – bruciare tutto questo ben di Dio, invece di usarlo per pacciamare o fare un compost salutare.
Il fuoco purificatore della “santa” inquisizione, una nuvola inutile che crea CO2 e distrugge la vita! 👿
Basta con queste inutili esternazioni di potenza!
La realtà è che più distruggiamo la Natura, più cerchiamo di piegarla ai nostri insignificanti e sterili valori, e piu’ diventiamo impotenti.
Pace e Amore (e un prato selvatico!)
🙂
Viviana Taccione
Wellness Angel Coach & Trainer di Autodifesa Alimentare