Quando ho letto l’articolo di Viviana sull’obesità ( molto ben fatto, come sempre ) è stato automatico per me pensare: “Ma che combinazione!“.
Già, perchè proprio pochi giorni prima io stesso avevo scritto qualcosa di molto simile, a commento di un articolo del Corriere della Sera.
Date le profonde implicazioni che il tema ha per i suoi vari aspetti (salutistico, sociale e culturale), ho ritenuto opportuno proporre in questo blog quanto da me espresso, riportandone fedelmente il testo:
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Lettera al Corriere della Sera:
Vorrei dire qualcosa sull’ articolo intitolato “Un milione di bambini con problemi di peso” (7-4-2010, pag.15), in cui mi ha colpito un’ affermazione che non esito a definire una emerita fesseria, o quanto meno equivoca, quando si dice che, nonostante l’Italia sia la patria della dieta mediterranea, i bambini italiani sono fra i più obesi del mondo.
“Nonostante”? Per combattere l’ obesità ( e non solo ) non è evidentemente sufficiente sapere che la dieta in questione sia nata da queste parti, se poi non si mette in pratica, e il modello dietetico attuale degli italiani ( e meno che mai quello dei bambini ) non assomiglia più neanche alla lontana a quello delle antiche tradizioni, che è stato progressivamente abbandonato in questi ultimi 50-100 anni.
Per fare un esempio, solo il consumo di carne in Italia in questi ultimi cinquant’ anni è quadruplicato (!!!). Altro che dieta mediterranea !
Infatti è proprio questo il motivo per cui da alcuni lustri si parla, appunto, di quella che è ormai universalmente conosciuta come “dieta mediterranea”, riferendosi evidentemente alla dieta dei nostri avi: lo scopo è quello di fornire un riferimento, un modello più sano cui ispirarsi.
A parte questa precisazione, c’è qualcos’ altro da aggiungere sicuramente più importante :
Ormai discorsi come quello contenuto nell’ articolo in questione, diventati abituali e sempre più frequenti su rotocalchi, giornali e TV, senza per questo riuscire a cambiare nulla, suonano stranamente familiari a quelli che si fanno a proposito delle questioni energetiche ed ambientali, e non a caso, perchè celano la stessa filosofia di base : la visione meccanicistica ed egocentrica della vita di chi considera i problemi sempre in un contesto limitato e non si interroga mai sul loro significato e sulle vere cause.
Trovo banale e ipocrita il modo in cui si parla di certi argomenti sui mass media ( per lo meno su quelli di più larga diffusione ) che hanno sicuramente una grande responsabilità nei problemi di cui disquisiscono e dei quali si cercano soluzioni, senza andare quasi mai aldilà della retorica.
Come si può pretendere di insegnare ai giovanissimi ad alimentarsi correttamente quando in TV ( ma i giornali non sono da meno ) non si fa altro dalla mattina alla sera che reclamizzare il peggio del peggio in fatto di alimenti e bevande?
Non è un mistero che merendine, dolciumi di ogni genere, prodotti industriali squisitamente voluttuari, Coca-Cola & compagnia bella (anzi brutta), cioè proprio quello che bambini e adolescenti prediligono, la fanno da padrone sul piccolo schermo coi loro spot e messaggi subliminali.
Nè si può pensare che i relativi genitori possano sopperire col loro esempio, visto che essi stessi non hanno la più pallida idea di cosa sia una dieta sana, che comunque non seguono.
E le cose non vanno meglio se consideriamo l’ informazione in materia di nutrizione che si reperisce sui principali canali, spesso manipolata, strumentalizzata e soprattutto … carente, dato che le notizie più interessanti ed utili dal punto di vista pratico, le più cruciali, sono anche le più trascurate ( o censurate? ).
Ma quand’ è che la finiremo di sentire le solite stupidaggini ormai trite e ritrite che riempiono tutta la carta stampata (persino di riviste ad orientamento salutistico ) come quella, solo per citare l’ esempio più grossolano, secondo cui latte e formaggi sarebbero importanti perchè, tra l’ altro, aiuterebbero a prevenire l’ osteoporosi?
La verità è che chi vuole accedere alle informazioni più attendibili e complete ( per quel che è possibile ) deve andarsele a cercare col lanternino sulla stampa alternativa, su internet e nell’ambito del movimento filosofico naturista ed ecologista, non certo in quello dell’ ufficialità scientifica, dove regna il più ottuso conservatorismo, oltre ad interessi vari …
Insomma, se convincere la gente a cambiare modo di mangiare è notoriamente impresa tutt’ altro che facile, questa diventa addirittura impossibile se l’informazione corretta latita e gli unici esempi che giungono alla popolazione sono quelli decisamente negativi che sappiamo.
Michele Nardella
Ciao, Michele. Ciò che dici è molto vero. Soprattutto la parte relativa ai bambini ha tutta la mia codivisione perchè nella mia quotidianità, da molti anni, i bambini li osservo e li ascolto. La società, vuoi per distrazione, svogliatezza o pessimismo non offre modelli sani e vitali alle generazioni in crescita. Mi chiedo perchè gli uomini di domani non siano visti profondamente e concretamente come un valore da proteggere e coltivare.
Lavoro nella scuola e, sempre di più, mi convinco che il malessere dei bambini è direttamente proporzionale a disagi, problemi, immaturità dei genitori. E’ difficile uscire da situazioni “malate” quando ti nutri di queste vibrazioni fin dalla vita prenatale. Diventi un dipendente emozionale dopo essere stato un potenziale guaritore delle persone care che ti circondano. Dipendere dalle emozioni ti conduce ad essere predisposto verso altre dipendenze autolesioniste: fumo, alcol, medicine, cibo,…
Ho cambiato scuola quest’anno e mi trovo a lavorare con una preside meravigliosa, che crede nei progetti dedicati a bambini e ragazzi, si capisce che lavora con passione e per il bene dei giovani, nei limiti umani che tutti abbiamo. Sono felice di dire che in questo Istituto si promuovono molte iniziative di educazione alla salute e all’alimentazione, che rientrano per legge nel curriculum scolastico; quasi tutti i miei colleghi hanno istituito il frutta-day e proprio oggi al collegio docenti è stata proposta una nuova iniziativa che promuove più frutta nelle scuole (http://www.fruttanellescuole.gov.it ) a cui noi aderiremo senz’altro.
La situazione di partenza può essere difficile, il progetto contrastato da “sissite” o da resistenze di altro tipo, e proprio per questo noi, che abbiamo la fortuna di avere trovato un percorso diverso, sappiamo con maggiore chiarezza che il nostro compito è prepararci ogni giorno di più e meglio per portare luce, consapevolezza e amore attraverso il nostro esempio vivo e le nostre competenze in continua evoluzione.
Anche un grande viaggio comincia da un piccolo passo! 🙂
Molto interessante Stefania… mi piace la pars costruens del progetto FRUTTA NELLE SCUOLE!
Direi un progetto “sorprendente” 😉
Che ne dici di farci, quando hai voglia e tempo un articolo per raccontarci cosa state facendo in classe, i giochi e le attività più funzionali e come stanno reagendo i bambini?
Sarebbe davvero interessante! Grazie!
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