Un recente rapporto dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) rivela che il 57.3% delle acque superficiali (laghi e fiumi) italiane contiene tracce di pesticidi, nel 36.6% dei casi in quantità superiori ai limiti fissati per la potabilità. A questo si aggiunge anche la contaminazione delle falde sotterranee, pari al 31.5%.
Il rapporto si riferisce ad analisi condotte su 3400 siti, in cui sono state rilevate 131 sostenze, soprattutto erbicidi, tra cui addirittura l’atrazina, vietata da 17 anni ma ritrovata nel 17% dei casi sia nelle acque superficiali che sotterranee.
L’aspetto sconcertante di questo dato è la lunghissima persistenza di tali sostanze nell’ambiente!
Non a caso, a seguito del rapporto Ispra, il Parlamento europeo ha immediatamente approvato una direttiva contro l’uso spregiudicato di fitofarmaci.
In particolare sono stati messi al bando 14 pesticidi, di cui sembrano accertati gli effetti mutageni o cancerogeni, o l’attività di interferenti endocrini (capaci cioè di modificare l’equilibrio ormonale), oppure rientranti nella categoria dei Pbt (persistenti bioaccumulanti tossici, cioè che si accumulano oltre che nell’ambiente anche nei tessuti adiposi di animali e uomini con effetti tossici sul lungo periodo).
La direttiva invita gli Stati membri ad adottare entro 3 anni piani nazionali volti alla riduzione dell’uso dei pesticidi e a privilegiare l’agricoltura biologica e la lotta integrata.
L’uso dei pesticidi sarà inoltre vietato in parchi, giardini pubblici, campi sportivi, cortili di scuole e strutture sanitarie, e ridotto in prossimità di acque superficiali e sotterranee.
Mi chiedo però, nonostante questa corsa ai ripari, quando effettivamente le nostre acque saranno libere dai veleni, quanti veleni si sono già accumulati nei nostri corpi e, soprattutto, quale sarà l’effetto tossico cumulativo delle sostanze presenti in quantità inferiori ai limiti?
Purtroppo la biologia non è una scienza esatta, ogni organismo è un mondo a sè, e stabilire limiti univoci serve ai politici ma lascia l’amaro in bocca a chi viene avvelenato conformemente alla legge.
Elisa Pampolini
Naturopata & Wellness Angel di Staff 🙂
Grazie Elisa per il tuo intervento.
Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo premiare l’agricoltura biologica e – uso una parola che non amo – “boicottare” le aziende che usano pesticidi danneggiando l’ambiente, la salute di noi tutti, la salute di chi è costretto a lavorare nei campi maneggiando veleni…
E pensare che torno da un posto spelndido… ho passeggiato in una foresta secolare incontaminata dove anche i rami secchi vengono lasciati a terra per non alterare il ciclo naturale… Ma ti racconterò presto! 😉
Un abbraccio!