Terminato il report sulla II lezione, rieccomi qui a dire la mia sulla III lezione “prima che scadano i termini”!
Tra le altre cose, si è parlato nuovamente di “chimica nel piatto”, questa volta con particolare attenzione riguardo i pesticidi e i rischi che il loro utilizzo comporta per la nostra salute. Eliminare la chimica dalla nostra alimentazione è praticamente impossibile, a causa dell’enorme quantità di agenti chimici dispersi nei terreni, nelle piante, negli animali, nell’aria.
Tuttavia possiamo far qualcosa per la nostra salute, ovvero “limitare il danno”. Come? In primis, privilegiando i prodotti provenienti da agricoltura biologica, di certo un po’ più cari, ma allo stesso tempo molto, molto più sani!
Ma oltre a venire inquinati da agenti esterni, accade spesso che gli alimenti vengano allo stesso tempo privati dei loro nutrienti nel corso dei processi di raffinazione.
È il caso del sale marino, che quando arriva sulla nostra tavola non ha più nessuno dei nutrienti a cui è normalmente legato in natura. Il sale è ricco di sodio, ed è pertanto necessario al nostro organismo in piccole dosi (dai 2 ai 5 g è benefico per contrastare la pressione bassa, per mantenere l’equilibrio sodio-potassio…) ma tossico in quantità maggiori (in media, in Italia, se ne consumano 10-12 g!).
Stesso discorso vale per lo zucchero raffinato. Curioso il fatto che appena 100 anni fa lo zucchero veniva venduto in grammi in farmacia, mentre oggi si calcola che in ciascuno di noi ne consumi qualcosa come 70 kg all’anno!
Lo zucchero sottrae al nostro organismo una grande quantità di nutrienti per compiere il suo catabolismo, ovvero oltre a non apportare di fatto alcun beneficio al nostro organismo, lo danneggia!
Altro veleno bianco è la farina bianca, imbiancata chimicamente ed elettricamente, così che oltre alla perdita di gran parte delle fibre, proteine, vitamine e minerali contenuti nella crusca e nel germe, è causa di malattie carenziali a carico di cute, mucose, apparato digerente, nervoso e riproduttivo, ancora inspiegate da parte dei medici. 😕
Quarto veleno bianco sono i lieviti, che di fatto sono dei funghi e possono danneggiare l’equilibrio della flora batterica.
Ultimo veleno bianco il latte, di cui ci sarebbe mooolto da dire e di cui ho già scritto lo scorso anno qui. Il latte vaccino (e di conseguenza i suoi derivati), a differenza di come ci han sempre fatto credere, NON è adatto al nostro organismo, non lo è di base poiché non è altrettanto digeribile (per l’uomo!) rispetto a quello umano, e perché contiene dei messaggi ormonali destinati al vitello anziché all’uomo; lo è ancor meno oggi, a causa degli ormoni che vengono dati alla mucca per farla crescere più velocemente e produrre maggiori quantità di latte… attenzione, parliamo di 500 litri al giorno anziché dei circa 50 che ne potrebbero produrre in natura!! (fonte: La Rivoluzione del Benessere, Paul Zane Pilzer).
Sarà un caso che, come testimoniato sempre sullo stesso libro dalle case produttrici di reggiseni, negli ultimi anni la dimensione media del seno delle adolescenti è cresciuta??
Per non parlare degli antibiotici che vengono spesso dati a questi animali, per evitare le ovvie infezioni in cui incorrono a causa delle condizioni spesso estreme in cui sono costretti a vivere… antibiotici che poi restano nella carne e nel latte che noi consumiamo!
Ma non è finita, oltre ad ormoni e antibiotici, “il latte contiene da 1 a 1,5 milioni di cellule ematiche bianche (PUS!) ogni millilitro”.
Restando in tema di latte e mucche, importante quanto e anche più della nostra salute, è l’impatto ambientale che le nostre scelte alimentari hanno.
Se anche infatti riuscissimo a raggiungere una nutrizione eccellente, servirebbe a ben poco se il nostro pianeta non dovesse essere più in grado di garantirci acqua, aria e quant’altro necessitiamo ogni giorno per vivere!
Infatti, come afferma Pilzer, oltre al latte ogni giorno “la mucca produce anche circa 60 litri di escrementi. … Ogni mucca consuma 36 chili di cereali e vegetali, oltre a 15 litri d’acqua, al giorno.”
Ciò che serve a far crescere un vitello da carne basterebbe a sfamare 39 persone!
Per non parlare della flatulenza… proprio così… potrebbe sembrare una barzelletta, si tratta al contrario di una triste verità: le emissioni di CO2 delle mucche, o per essere più esatti, degli allevamenti del bestiame in generale, corrispondono al 18% del totale sul nostro pianeta!
Ma la nostra responsabilità nei confronti di quest’ultimo va al di là del consumo di carne: prediligendo i cibi bio, oltre a salvaguardare la nostra salute, stimoliamo la produzione biologica a sfavore di quella che fa utilizzo dei pestici.
Se preferiamo cibi “naturali” (intendendo per “naturali” quelli non lavorati) a quelli raffinati, contribuiremo a ridurre lo spreco di carta, plastica, latta… di tutto ciò insomma che serve a confezionare il cibo; e ancora una volta godremo di un’alimentazione più sicura.
Se beviamo l’acqua del rubinetto anziché quella contenuta nelle bottiglie di PET, ci renderemo artefici di un enorme risparmio energetico in termini di emissioni inquinanti (per la produzione delle bottiglie, il loro trasporto e infine il loro smaltimento).
Consiglio caldamente a questo proposito la visione di questo simpaticissimo video!