Ecco alcune mie personalissime considerazioni, stimolate dalla recente notizia della scoperta di “spaghetti ai pesticidi”, notizia che è arrivata dopo controlli a campione effettuati in Svizzera.
Le case produttrici della pasta incriminata assicurano che le dosi rientrano nei limiti di legge e che le quantità non sono pericolose… 😯
4 delle 7 marche sono italiane.
Già sappiamo che la pasta bianca, in sé, apporta solamente calorie vuote e priva il corpo di micronutrienti (d’altronde la farina raffinata è uno dei 4 Veleni Bianchi di cui si parla profusamente nel corso di Autodifesa Alimentare).
Non bastasse questo – che a me sembra già un’indicazione chiara del fatto che andrebbe mangiata con molta moderazione – ci stanno nuovamente dicendo che stiamo condendo il nostro piatto di spaghetti con una quantità “a limite di legge” di pesticidi…
E io mi chiedo:
Ma veramente desideriamo mangiare pesticidi, seppur in quantità consentite dalla legge?
Ovviamente ora, prendendo spunto da questa vicenda, parlo di pasta, ma vale per qualunque altro genere di alimento.
Credo che le quantità di pesticidi tollerate dovrebbero solo essere considerate come forma di elasticità dovuta a contaminazioni, una possibilità di ritrovarne in tracce, non come una prassi, dietro la quale le aziende possano nascondersi e usare indisturbate veleni che arricchiscono i nostri piatti.
Di conseguenza, sarebbe auspicabile non considerarli come un “ingrediente” la cui presenza sia scontata e accettabile.
Il fatto che pesticidi, in quantità note, siano concessi dalla legge non significa che siano salutari e non dovrebbe neppure significare che dobbiamo mangiarceli senza saperlo.
In realtà, se non altrimenti specificato – cioè se un prodotto non è dichiaratamente biologico – possiamo essere certi che diverse sostanze indesiderate sono contenute all’interno dell’alimento da noi scelto e sostanzialmente ne accettiamo la presenza.
Non abbiamo notizie di quanto l’accumulo di queste sostanze all’interno del nostro organismo possa essere deleterio.
Sicuramente non si tratta di cibo e neppure di nutrienti e altrettanto sicuramente si tratta di qualcosa di cui potremmo (e, credo, vorremmo) fare a meno.
Non tenendo conto dell’accumulo, forse per quell’unico piatto di spaghetti siamo nei limiti di legge; ma se ci sommiamo i piatti di spaghetti di tutta la settimana, di tutto il mese, di tutto l’anno, e così via…?
E se sommiamo ogni quantità permessa, di ogni tipo di pesticida, quanti ce ne mangiamo? Che effetti hanno sul nostro corpo?
Sembra incredibile, ma gli studi di tossicologia sui pesticidi vengono fatti su un unico pesticida alla volta e non su cocktail di pesticidi come, in effetti, capita che vengano ingeriti.
E neppure sull’accumulo.
Allora forse sì, i pesticidi all’interno degli spaghetti sono in quantità permessa dalla legge, ma la quantità di quelli che abbiamo realmente nel corpo? La quantità dei pesticidi che quotidianamente ci portiamo a spasso?
Nel dubbio, non sarebbe meglio scegliere alimenti più salubri, che non ne contengano affatto?
Direte voi, ma come si può essere certi che il biologico sia veramente tale?
Per quello che ci compete, non si può. E’ vero.
Però comprando convenzionale siamo certi che insieme all’alimento ci mangiamo altro, tutti questi condimenti…
Comprando bio abbiamo quanto meno la possibilità che non sia così.
A questo punto, è sì questione di fiducia, ma anche, possibilmente, di scegliere di acquistare da persone che conosciamo, da aziende che lavorano bene, che rispettano la terra, l’ambiente, i lavoratori e noi, il consumatore.
E’ una scelta di etica e di ecologia, che non può che fare bene a noi e a chi ci sta intorno.
🙂
Dott.ssa Stefania Broglia
Consulente Nutrizionale