Durante la terza lezione di Autodifesa Alimentare, l’argomento che più mi ha “colpito” (per non dire “stramazzato” 🙁 ) è stato quello inerente “i 4 veleni bianchi”.
I nostri bravi Trainer Viviana e Leonardo – avvalendosi della complicità di Gunther Schwab (tramite il suo libro “La cucina del diavolo”) – ci hanno infatti elargito una sequela di scioccanti informazioni sul tema, che passo brevemente a riassumere.
Un posto in classifica fra i 4 veleni bianchi se lo aggiudica il sale.
Ovviamente è risaputo che avere la manina pesante quando si salano le pietanze non è che faccia un granché bene.
Ma spesso non si pensa che il sale è “imboscato” nei cibi confezionati – magari anche in quel succulento minestrone che ci piace tanto… Se una modica quantità di sale è utile all’organismo, l’abuso al contrario risulta dannoso a reni, cellule, apparato circolatorio e anche le ossa non possono certo dormire sonni tranquilli (perché si profila l’emergenza reumatismi). Aumenta la predisposizione alle malattie infettive, oltre che a tiroidite, ipertensione, emicrania, arteriosclerosi. Pregiudica nel corpo umano (e questa non me la doveva proprio fare, forse è una delle cose che gli perdono di meno 🙁 ) l’assimilazione delle proteine!!
Il Sig. Cloruro di Sodio non gode di troppa simpatia nemmeno da parte delle piante poiché distrugge la loro fertilità, come anche quella del terreno. Peculiarità del sale è conservare quello che è stato ucciso e uccidere ciò che è ancora vivo, non per niente al Mar Morto – nel quale a momenti c’è più sale che acqua e dove puoi trovare vivi solo i batteri – hanno appioppato proprio quel nome lì 😕 !!
Quindi, per insaporire i cibi, meglio correre ai ripari scegliendo sale marino integrale, gomasio e – perché no? – buttandosi sulle spezie.
La classifica dei veleni bianchi prosegue con lo zucchero raffinato.
In natura (nella canna da zucchero, nelle barbabietole), allo stato integrale, lo zucchero costituisce un’importantissima fonte di nutrimento ed energia ma … eccola lì, la produzione industriale ci mette lo zampino per trasformarlo in saccarosio e qui cominciano i problemi.
Il processo di raffinazione dello zucchero prevede l’impiego di prodotti chimici che, solo a sentirli nominare, fanno venire la pelle d’oca e che lo snervano, lo deprivano delle proprietà vitali nostre alleate per trasformarlo in una “sostanza nemica”, capace di irritare le mucose, minare la salute delle ghiandole, dei vasi sanguigni, di ossa, denti e che impigrisce l’intestino.
Una volta immesso nel nostro organismo, lo zucchero raffinato si comporta come lo strisciante elemento carenziale che è diventato (per effetto di tutte le manipolazioni subite), un temibile “ladro” che sottrae al corpo le sostanze che gli servono per il proprio catabolismo.
Anche in questo caso, l’istinto di sopravvivenza ci suggerisce di cercare alternative più salutari per dolcificare. Quindi ok zucchero di canna se rigorosamente integrale, mentre la scelta può inoltre cadere sul miele (quale integratore mattutino), sul malto d’orzo o di riso, nonché succo di mela o agave.
Anche la farina raffinata fa la sua comparsa fra i temibili quattro.
Pure qui, il processo di raffinamento chimico perpetrato dall’industria di settore è responsabile della devastazione di sostanze nutritive e vitamine.
Tanto per non farsi mancare niente, una delle manipolazioni messe in atto per sbiancare la farina consiste nel passarla, alla lettera, sotto corrente ad alta tensione (arco voltaico). Tale processo la impoverisce talmente tanto da determinarne in pratica la morte nutrizionale, al punto di essere snobbata persino da topi e scarafaggi (… senza parole 😯 ).
C’è da stupirsi che poi la gente stia male?…
E infatti le malattie procurate da questo trattamento “elettro-chimico” sono tante, vanno a colpire l’organismo a vari livelli, non solo quello fisico – come è facilmente comprensibile – ma anche l’ambito psichico ne risulta in qualche modo indebolito.
Strano? Mica tanto.
Non siamo fatti a scompartimenti stagni. Siamo un meraviglioso sistema olistico ed ogni singola parte di noi influenza tutto l’insieme, nel suo complesso.
Ispiriamoci, dunque, ad una vasta scelta di cereali integrali in chicchi, nel tentativo di rimediare il più possibile agli anni di “insulti” arrecatici dai vari prodotti a base della suddetta farina raffinata.
Per ultimo, ma non ultimo, l’elenco dei quattro vanta la presenza del latte.
È proprio vero che c’è un tempo per ogni cosa.
Nella fattispecie il latte, come per tutti i cuccioli, anche per i bimbi è nutrimento completo e della massima importanza perché li fa crescere forti e sani.
Ma le settimane e i mesi passano e al varco c’è lo svezzamento. Questo dovrebbe farci riflettere ed indurci a seguire saggiamente l’indicazione che la Natura stessa ci suggerisce.
Quindi, parafrasando una nota pubblicità, latte sì ma … non per sempre. Purtroppo invece non è così e, in mancanza del latte materno, lo sostituiamo con quello di altri mammiferi (mucca principalmente).
Questo orientamento procura una serie di guai. Ciò che a tempo debito ci nutriva, ora ci intossica.
Latte e derivati costituiscono, fra l’altro, una delle principali cause di allergie respiratorie, di osteoporosi, sottrazione del calcio dalle ossa, stipsi, malattie infettive e, come se ciò non bastasse, producono muco. Non mi sto riferendo alla sinusite (almeno non solo) ma piuttosto a quella consistenza appiccicosa che, rivestendo le pareti dell’intestino, va ad imbrigliare i villi, soffocandoli.
I tapini, semi-immobilizzati dal muco, tristemente “costretti”, vedono transitare davanti a loro le sostanze nutritive incapaci di trattenerle in dose massiccia e assorbendole, perciò, a scartamento ridotto (sob 🙁 ).
Questo ci procura ovviamente un grosso danno ma credere di liberarsi con facilità di tale “veleno bianco” significa sottovalutarlo. Durante la lezione ho appreso una notizia che, se da una parte mi ha lasciato alquanto frastornata, dall’altra mi ha chiarito tantissimo le idee.
Infatti, nel corso di ricerche effettuate una trentina di anni fa, si è osservato che in fase di digestione della caseina (latte e formaggi) come pure dei cereali con il glutine, il corpo genera sostanze “endorfina simili” (ossia procurano senso di benessere, di piacere, limitano l’ansia, insomma un po’ stile oppiacei) e di conseguenza danno assuefazione!
Urca! A questo punto la conclusione è logica: latte vegetale ad oltranza!
Ciao e alla prossima
Mara 😀
Ai veleni bianchi elencati aggiungerei il riso bianco..