Molti mi chiedono quali cibi mangiare, quali associazioni possono andare bene e quali sono da evitare, in che quantità vanno assunti gli alimenti, ecc. ecc.
Sicuramente è molto difficile dare una risposta ‘semplice’ a domande così esigenti, e per me è sempre stato un grande problema rendere molto semplice tali risposte.
Perchè mentre da un lato mi rendo conto della necessità per il questionante di avere una informazione di tipo rapido e facilmente memorizzabile, dall’altra parte ho l’impressione che rischierei di dare una informazione banale e poco professionale. Un vero dilemma che si ripropone di continuo.
La 2ª lezione del corso di Autodifesa Alimentare mi è venuta incontro provvidenziale ( 😉 )
Come hanno risolto Leonardo e Viviana questo problema?
Con grande semplicità! Hanno inventato il ‘Fiore della Digestione’.
Al centro di questo fiore virtuale hanno posto, perchè fondamentale nella nostra alimentazione, il consumo di verdura e ortaggi che si lega bene, singolarmente con i cereali e la frutta secca, i legumi e le papate, i latticini, le uova, la carne, il pesce. Legumi e patate possono infine andare ben d’accordo con cereali e frutta secca. La frutta fresca va invece consumata da sola e lontano dai pasti, perchè, dato che la sua digestione avviene in tempi diversi dagli altri alimenti, una lunga permanenza nello stomaco può dar luogo, a seguito della sua fermentazione, a fastidiosi gonfiori e senso di pesantezza.
Ingegnosa perciò l’idea di questo fiore facile da ricordare e che io chiamerei anche ‘Fiore del Benessere‘.
Per quanto riguarda le quantità di cibo da ingerire ai pasti, in linea con la semplicità, ho appreso da qualche parte che va bene tenere come riferimento la dimensione del proprio pugno, visualizzandolo in un piatto, per quanto riguarda i primi (pasta, riso, legumi, ecc..), mentre per i secondi (carne, pesce, ecc..) può andar bene la dimensione del palmo della propria mano (di meno sì.. di più no!).
Anche questo può essere un buon riferimento, semplice, visivo e pratico in qualsiasi occasione.
Altro argomento spinoso per chi come me fa di mestiere il consulente del benessere è quello del re-insegnare a bere acqua alla gente.
E’ proprio un bel problema! La gente non vuole più rinunziare alle alternative liquide che il mercato allettantemente e subdolamente propone dagli scaffali dei supermercati o dai banconi dei bar.
Il messaggio che è stato fatto passare è che comunque sempre di liquidi si tratta; essi avrebbero non solo il pregio di un sapore che appaga il senso del gusto, ma (così vien fatto intendere) fornirebbero anche dell’energia supplementare di cui oggi tanto si ha bisogno!
Quale falsità! Il nostro corpo è stato programmato per assumere in natura solo acqua per soddisfare l’esigenza della propria idratazione, e, al momento opportuno, ci invia dei segnali di richiesta, che a seconda dell’urgenza, vanno dalla bocca asciutta alla fame, dalla stitichezza al mal di testa, dalla gastrite ai dolori articolari, dal colesterolo alla pressione alta.
Chi si sognerebbe di curare la gastrite con la Coca Cola, o la pressione alta con un bel bicchier di grappa???
La 2ª lezione ci ha infine fornito, sempre con la solita semplicità e chiarezza, i mezzi per valutare i cibi che mangiamo.
Ricerchiamo nelle etichette solo la sostanza tenendo presente che:
450 kcal/100 g. di cibo devono essere composte dal 65% di carboidrati ( di cui zuccheri il meno possibile), dal 15% di grassi (di cui saturi il meno possibile) e dal 6% di fibre.
Diffidiamo dell’apparenza ignorando scritte allettanti e fuorvianti, verificando sempre gli ingredienti, possibilmente rifiutando le offerte quando la scadenza è prossima. Attenzione agli additivi aggiunti che vanno i detrimento della buona qualità dei prodotti e, ove possibile, compriamo il vero bio certificato dal marchio biologico sulla confezione.
Ci rivediamo con i commenti alla 3ª lezione. 😀