Quanto possiamo influire noi direttamente sull’ambiente? Quanto profondo può essere il nostro impatto sulla Terra?
Quanti di noi ci hanno pensato, veramente, prima di questo corso?
Lo ammetto: escludendo la raccolta differenziata e nonostante mi fossi già avvicinata ai temi che ruotano attorno al concetto di salute e benessere, MAI.
Ecco perchè, fra gli argomenti della 3a lezione, ho scelto proprio questo: qual è la mia impronta ecologica?
Ho scoperto che l’ecologia della nutrizione
“è una scienza che esamina tutte le componenti della catena alimentare valutandone gli effetti secondo 4 punti di vista principali: la salute umana, l’ambiente, la società e l’economia”.
Viene seguito tutto il procedimento “dalla culla alla tomba”: la produzione, il raccolto, la conservazione, l’immagazzinamento, il trasporto, la lavorazione, il confezionamento, il commercio, la distribuzione, la preparazione, la composizione, il consumo del cibo e lo smaltimento dei materiali di scarto prodotti nelle varie fasi. (vedi www.nutritionecology.org/it)
E’ comune la frase “sì, lo so, ma io che ci posso fare, tanto poi mica siamo noi che decidiamo, non è che se io non mangio la carne salvo il pianeta”; ci dimentichiamo che sono proprio le nostre scelte individuali ad essere determinanti e dobbiamo esserne responsabili.
Mi piace la frase “non abbiamo ereditato il pianeta dai nostri padri ma lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli”, se ognuno di noi cominciasse a privilegiare certi alimenti piuttosto che altri, se tutti cominciassimo a cambiare le nostre abitudini informando ed educando giorno dopo giorno le persone attorno a noi a fare altrettanto, quanto avremo fatto per la salute nostra e del pianeta, proprio noi, nel nostro piccolo? Quanti milioni di persone potrebbero essere sfamate?
E’ sconvolgente poi scoprire che per produrre 1Kg di carne bovina da allevamento intensivo vengono sprecati 100.000 litri d’acqua!
Continuando a leggere nel sito indicato (chi ha ascoltato l’intervista di Viviana a Marina Berati “Ecologia della Nutrizione, Cibo per tutti, per sempre” certamente avrà già avuto modo di approfondire il discorso) e come già spiegato da Leonardo nel corso di Autodfiesa Alimentare…
l’88% della foresta amazzonica abbattuta è stata adibita a pascolo e la deforestazione continua incessantemente; in Africa lo sfruttamento dei suoli per l’allevamento estensivo (i cui prodotti vengono esportati nei paesi ricchi) porta alla desertificazione….
Questo tipo di abitudini alimentari sono causa di un duplice problema di malnutrizione: nei paesi poveri una malnutrizione dovuta alla mancanza di cibo e acqua; nei paesi ricchi una malnutrizione dovuta a eccesso di proteine e grassi animali, che è oggi tra le principali cause di morte.
Invito anch’io a vedere e divulgare il bellissmo video di P. McCartney “Terra divorata”.
Diamoci da fare, giorno per giorno, una persona alla volta, insieme si può, proviamoci!
Ania 😀
Ciao cara Ania 😀
Hai citato una frase il cui significato si è perso nella notte dei tempi:
“La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”
E’una citazione molto celebre che pare risalga al 1852. La pronunciò il Capo Seattle, nel famoso discorso
che fece parlando a nome del popolo Indiano, per rispondere alla richiesta del Governo Americano che voleva comprare le praterie che appartenevano al suo popolo.
C’è chi dice che questo discorso sia stato “rimanipolato” dai primi ambientalisti… Ma, se anche fosse?
Resta sempre molto valido.
Una frase che sfortunatamente non è mai stata presa in seria considerazione dato che oggi – oltre ad aver
distrutto un popolo che rispettava enormemente il pianeta – la maggior parte delle praterie americane sono
desertificate, sterili, sfruttate in modo intensivo, cementificate o attraversate da superstrade… 🙁