“Fatta la legge trovato l’inganno“, perché d’inganno oggi vorrei parlare, un argomento che personalmente mi trasmette un misto di rabbia e sconforto al tempo stesso… proviamo a difenderci imparando a leggere le etichette.
Ci sono persone che studiano, si arrovellano il cervello, cercano e quando trovano la frase d’effetto, la confezione ben costruita, o ancora peggio il modo per nascondere ciò che deve essere ad ogni costo mascherato o semplicemente non detto, si compiacciono, si complimentano tra loro per essere così bravi.. ad ingannare il prossimo! E questa è la pubblicità ingannevole..
Il problema è che non stiamo parlando di un’attrezzo del quale ci fanno credere di chissà quali portenti… o di quel prodotto per pulire che quasi non serve nemmeno aprilo che lo sporco si è già disintegrato… ma della cosa più importante che abbiamo, la nostra SALUTE…
Per legge oggi abbiamo la possibilità di leggere in etichetta una serie di informazioni che ci dovrebbero permettere in modo consapevole di capire cosa stiamo acquistando. Le informazioni sono diverse, il peso e la quantità, la modalità di conservazione, le istruzioni per l’uso, il luogo di provenienza, la data di scadenza la tabella dei valori nutrizionali, se bio o meno, i marchi di qualità etc… Il punto è quali indicazioni tra queste andrebbero considerate? La risposta è TUTTE…
Per evitare di entrare in confusione però – come appreso grazie a Viviana e Leonardo nel “Corso di Autodifesa Alimentare” – possiamo a mio avviso avere alcune accortezze nel momento in cui si acquista un nuovo prodotto.
La prima cosa in assoluto è avere quell’occhio critico che ti fa andare oltre… Facciamo attenzione alle immagini, il packaging e la pubblicità che in realtà non sono altro che fumo emozionale.
Confezioni integre con etichette perfette, perché anche qua la disonestà non ha limiti, c’è chi interviene contraffacendo scadenze, falsificando marchi di qualità, attenzione al cattivo stato di conservazione…
Meno additivi ci sono meglio è… qua il problema viene creato dalla legge che permette l’uso della chimica per far si che un prodotto possa essere conservato più a lungo, colorato, addolcito, reso pastoso, con gusto rinforzato… La lettera “E” prima di ogni numero indica che l’additivo è permesso in UE (Europa Unita) che può essere indicato con il nome intero o appunto con la sigla Europea , il problema nasce dal fatto che alcune di queste sostanze come segnalato da organismi privati, se prese in forti dosi per effetto cumulativo (nel corso degli anni) possono essere responsabile di disturbi e malattie gravi… evitare i coloranti e soprattutto limitare al massimo i cibi lavorati bocciando completamente quelli pieni di E.. il peggiore di tutti è “E220 Anidride Solforosa”, da evitare anche Nitrati e Nitriti da E249 a E251.
E’ ovvio che la differenza la fanno i cibi che mangiamo tutti i giorni è li che dobbiamo prestare maggior attenzione per noi ed i nostri cari.
Sosteniamo i prodotti a marchio biologico e possibilmente per fugare qualunque dubbio andiamo sul mono ingrediente.
Ultima cosa leggiamo bene i valori nutrizionali, le calorie non dovrebbero superare le 450 per 100g di prodotto, le proteine che siano almeno il 10%, i carboidrati (parliamo di prodotti strutturati non di farro, segale…) siano inferiori al 65% di cui zuccheri il meno possibile, i grassi meno del 15% di cui saturi il meno possibile (che non ci siano grassi idrogenati), e le fibre minimo il 6% (se contiene derivati di vegetali).
Abbiamo infine una doppia responsabilità quando acquistiamo dei prodotti: la prima è nei confronti di noi stessi e dei nostri cari visto che quello che portiamo a casa sarà poi consumato da tutta la famiglia, e la seconda è nei confronti dell’ambiente.
🙂
Marco Lanfredi