Una volta tanto il nostro paese si distingue anche a livello di burocrazia illuminata! 😀
Nonostante si debba aspettare il nulla osta definitivo da parte dell’Unione Europea, l’altro ieri, martedì 18 gennaio 2011, sulla spinta dei variegati (e colorati) scandali alimentari degli ultimi tempi, è stato approvato il disegno di legge sull’etichettatura obbligatoria con l’indicazione della provenienza dei cibi.
Le nuove “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti Alimentari” prevedono che sia i prodotti a base animale (carne, salumi, formaggi, latte, pesce e uova), che quelli derivati da cereali, pomodoro, frutta, verdura, incluso l’amato olio extravergine d’oliva, debbano obbligatoriamente segnalare la provenienza delle materie prime utilizzate.
L’obbligo prevede anche di inserire la dicitura OGM nel caso di presenza di alimenti transgenici, e rinforza le sanzioni per le aziende che barano sull’utilizzo del latte in polvere sui prodotti caseari, soprattutto nel caso dell’utilizzo dei marchi DOP (Denonimazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità tradizionali Garantite).
Il DOP, lo ricordiamo, è un DOC che l’Unione Europea ha esteso a livello mondiale e garantisce la qualità di un prodotto sia in base alla zona che alla tecnologia di produzione, l’IGP garantisce un alimento sulla base della sua provenienza da una determinata zona che dovrebbe garantirne la qualità, e infine l’STG definisce un prodotto che per le modalità di produzione solitamente tradizionali si distingue nettamente dagli altri.
Oltre a far felici i patiti del Made in Italy, la legge dovrebbe aiutarci a scegliere la qualità che portiamo nei nostri piatti tutti i giorni, anche perché tra le varie novità spicca anche l’istituzione di un nuovo “Sistema di qualità nazionale di produzione integrata”, finalizzato alla riduzione della presenza di chimica negli alimenti e segnalato da un apposito logo sulla base della certificazione di organismi accreditati, un po’ come succede per il bio oggi.
La cosa interessante è che qualsiasi produttore voglia migliorare la percezione della qualità alimentare che porta sul mercato può aderire volontariamente, sottoponendosi ai controlli ed impegnandosi a seguire scrupolosamente le normative del sistema.
Opportunismo o Responsabilità?
Troppo facile essere cinici… Qualsiasi sia il motivo per cui cerchi di migliorare il modo in cui operi sul mercato, per me si tratta comunque un benedetto segnale evolutivo… Come amo spesso ripetere, quello che conta alla fine è e resta il nostro Benessere…
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Coach & Trainer
Come volevasi dimostrare… La Commissione Europea ha bocciato la legge (che sembrava troppo “trasparente” per sperare che l’avessero ideata confidando in una sua ratifica reale… 🙁 ). Se da una parte è vero che Made in Italy non è sempre una garanzia, dall’altro possiamo dire che oltre al danno i consumatori hanno ricevuto la beffa: illusi di avere più scelta, ignorando che chi ha creato l’illusione già sapesse di avere poche (volendo essere buoni, a questo punto!) chanches di vederla realizzata. Resta l’obbligo di segnalare la provenienza per passata di pomodoro, latte fresco e pollame, ma sinceramente siamo un po’ insoddisfatti del menù…
Alla prossima, sperando sempre nel meglio!
E ti pareva! 👿
Un altro colpo delle Assoqualcosa e della Zoo Mafia… altrimenti come fanno a continuare i loro traffici? 🙁
Ma tanto noi ce ne andiamo direttamente dall’Azienda agricola bio vicino casa e/o ai mercatini e negozi “sicuri”…
Ricordiamoci che noi abbiamo il potere di acquisto ogni volta che prendiamo il portafoglio in mano per comprare da mangiare!
Non sta scritto da nessuna parte che, visto che ci siamo abituati con i supermercati, si debba continuare così…
Basta continuare a fare una corretta informazione! Diffondete gente, diffondete!!! 😀