Fra i motivi di apprezzamento che trovo nell’ approccio alla nutrizione che Leonardo e Viviana ci propongono c’è la sua impostazione a trecentosessanta gradi, trattare cioè tutti gli aspetti che il nostro modo di rapportarci al cibo presenta e ciò è oggi più che mai importante per i motivi che andrò più avanti a spiegare.
Aver sentito parlare, nella terza lezione del corso, dei risvolti ambientali che le nostre scelte alimentari comportano è stata così una piacevole conferma, in quanto anche chi ha una sensibilità ai temi salutistici e ad uno stile di vita in armonia con la natura molto raramente si sofferma su questo aspetto.
“Come in alto, così in basso “, “L’ universo (macrocosmo) contiene l’uomo (microcosmo) come l’uomo (microcosmo) contiene l’ universo (macrocosmo)” dicevano gli antichi saggi cinesi taoisti e mai aforisma è stato più illuminante nel farci prendere atto della situazione che si è venuta a creare a causa del malsano rapporto tra l’ uomo e la natura.
Ogni componente di un sistema è in relazione con gli altri elementi dello stesso sistema, che a sua volta è parte integrante di un sistema più grande e noi umani non facciamo eccezione, visto che scambiamo energia in varie forme con l’ambiente, assumendo sostanze che vanno a formare il nostro ambiente interno ( e che quindi ci condizionano tanto a livello fisico quanto a quello mentale e psichico) e scaricando i nostri rifiuti che ritornano nell’ ambiente da cui hanno avuto origine, arricchendolo nuovamente.
A un livello meno grossolano ed evidente, però, noi assimiliamo, attraverso le nostre esperienze, influenze culturali ed emotive che condizionano la nostra visione del mondo e della vita , il modo di reagire agli stimoli esterni, e così le nostre scelte e i nostri comportamenti nei confronti di noi stessi e dell’ ambiente.
Per capire quello che sta succedendo, quindi, occorre aver chiaro che il progressivo deterioramento del nostro ambiente, che ha maturato tutti i gravi problemi ormai da tempo evidenti , è proceduto parallelamente alla degenerazione avvenuta in noi a livello biologico, nonostante le voci ufficiali della scienza, con una impareggiabile facciatosta, vogliano farci credere che l’ umanità stia sempre meglio, grazie ai continui progressi scientifici, e i toni trionfalistici che immancabilmente accompagnano gli annunci di ogni nuova scoperta e di ogni nuovo farmaco.
Ma se la degenerazione umana avvenuta in particolare in quest’ ultimo secolo non è generalmente riconosciuta o ammessa pubblicamente, la verità è tutt’ altra cosa ed è evidente a chiunque si guardi un pò intorno e dia anche solo qualche occhiata a giornali e telegiornali ( se poi ha anche una buona memoria e ha varcato da molto tempo la soglia degli “anta”, il contrasto diventa netto ).
Basti pensare al cancro la cui incidenza è attualmente nei Paesi avanzati dieci volte superiore rispetto ad appena un secolo fa, e alle malattie cardiovascolari, anch’ esse vertiginosamente aumentate.
E poi diabete, obesità e, fatto particolarmente significativo, la comparsa di sempre nuove patologie, come l’ Alzeimer, l’ AIDS e le malattie autoimmuni che sono semplicemente una forma più evoluta e grave delle ormai comunissime allergie, cioè della più vasta epidemia mai verificatasi nella storia.
E non parliamo di tutti quegli aspetti psichici e comportamentali della salute emergenti nel contesto sociale che sempre più frequentemente e drammaticamente scandiscono la cronaca quotidiana , perchè tutti questi malesseri sociali (ma anche domestici ), nella ristrettezza mentale generale, che non risparmia di certo i professionisti che operano in campo sanitario, non vengono neppure percepiti come espressione di cattiva salute.
Questa premessa, un pò lunga ma necessaria, serve per capire che il modo di gestire l’ ambiente in cui viviamo parte dagli stessi presupposti e dalla stessa mentalità con cui gestiamo il nostro corpo.
D’altronde è dimostrato che il modello alimentare e gli stili di vita invalsi nella nostra società comportano un dispendio di risorse energetiche e una produzione di scorie tossiche nettamente superiori a quelli di una dieta e stile di vita basati su criteri di equilibrio e salubrità.
Perciò con queste semplici considerazioni ognuno può rendersi conto che le problematiche ambientali e quelle inerenti alla salute pubblica non sono che le due facce di una stessa medaglia.
E invece il sistema cosa fa?
Ci propina i soliti rimedi palliativi, con interventi settoriali, altamente specialistici e tecnologici, mentre in realtà i più grossi problemi restano tutti a monte.
In questo desolante panorama sono ben rare le proposte e le iniziative intelligenti per affrontare in modo concreto, costruttivo le gravi ed urgenti emergenze attuali.
Perciò ho ritenuto opportuno segnalare una notizia di cui è stato protagonista nientepopodimeno che Paul McCartney, cui i mass media “stranamente” hanno dato poco risalto ( nonostante la caratura del personaggio ).
Il celeberrimo baronetto, vegetariano convinto di vecchia data, come molti già sapranno, pochi giorni prima del summit di Copenaghen sul clima, è intervenuto, su invito, nientemeno che al Parlamento Europeo dove ha esposto, affiancato dallo scienziato Prof. Pachauri, le ragioni per cui si dovrebbe ridurre il consumo di carne nel mondo.
Ma il contributo di sir Paul alla causa ambientalista non si esaurisce qui, essendosi fatto promotore di una campagna mondiale designata con lo slogan “meat-free monday” (lunedì senza carne) cui il sottoscritto invita caldamente i frequentatori di questo blog ad aderire ( le informazioni si possono trovare sul sito www.meatfreemonday.it )
Di questi argomenti ho parlato anche in una lettera inviata al Corriere della Sera subito dopo la conclusione del convegno svoltosi a Copenaghen cui accennavo poc’anzi (rivelatosi purtroppo l’ ennesimo fallimento) e perciò avrei pensato di pubblicarla integralmente, ma di questo ne parliamo la prossima puntata.
Michele Nardella
Caro Michele, come sempre i tuoi interventi sono molto brillanti, complimenti! 🙂