Per il secondo articolo sul corso di Autodifesa Alimentare, sono partita da un percorso già ben delineato dalla lezione di Viviana e Leonardo: mi sono focalizzata su cosa fa male all’intestino.
Ho fatto ulteriori ricerche e ho attinto anche alla mia personale esperienza di vita.
L’argomento mi interessa infatti da molto, moltissimo (si può dire…?) vicino e benedico ogni spunto che mi conduca un po’ più in là nella consapevolezza e nel rispetto di “me” a tutti i livelli, e il livello fisico è una dimensione che mi riguarda e di cui sono grata.
“Se si vanno a spianare le varie pieghe, i villi, i microvilli e le cripte, la superficie della mucosa intestinale equivale a circa 200 m2. Ed i numeri suggestivi non finiscono qui. Nell’intestino umano albergano infatti circa 400 specie batteriche, sia anaerobiche (bifidobatteri), localizzate principalmente nel colon, che aerobiche (lattobacilli), concentrate in modo particolare nel tenue.” (fonte: my-personaltrainer.it)
Vi rendete conto? 200mq è l’estensione di una casa bella grande. 🙂
Una potenza!
Entrando quindi nel merito del tema che ho scelto, attenzione:
– a una dieta alimentare prevalentemente acida (zuccheri semplici;carni, formaggi,…);
– ai cibi che soffocano i nostri cari villi come quelli raffinati e semplici (zuccheri, farine senza vita, frutta e verdura trattate con cosmetici, pesticidi, etc);
– all’acqua trattata con fluoro o cloro o contenente metalli;
– a vino ed alcolici;
– a farmaci, soprattutto antibiotici, e ai vaccini;
– agli amalgami dentali.
Per approfondire il punto relativo ai farinacei, non tutti sanno che i lieviti, spesso usati in abbinata, soffocano la flora intestinale dando forza ai batteri della candida.
Me lo spiegò il naturopata che mi assegnò una dieta utilissima, consigliandomi di consumare solo pane tostato evitando i lieviti.
Grazie alla severa dieta per il colon, migliorai il mio stato di salute generale. Sì, perché dall’intestino viene la nostra vitalità, e ricordarsi di lui ogni volta che introduciamo qualcosa nella bocca, anche se rappresenta l’ultima tappa, è una forma di intelligenza: quello che mangiamo non si ferma sulle sollazzabili papille gustative, ma affronta un bel viaggio prima che la magia della digestione si compia.
A proposito, il secondo articolo è arrivato così tardi perché ho fatto una ricerca sulle possibili differenze nutrizionali tra il pane tostato e il pane lasciato semplicemente seccare, come mi aveva suggerito Cristian in chat.
Ho trovato poco, nessuna risposta precisa. Ho letto su varie tabelle che i due tipi di pane mantengono lo stesso valore calorico, che subiscono due processi chimici differenti: il pane tostato affronta una complessa esperienza che è spiegata in questo sito: www.bodyweb.com/forums/threads/181532-Pane-tostato;
Del pane lasciato seccare si dice che:
“La trasformazione (…) si basa sul fenomeno della retrogradazione dell’amido che consiste nella tendenza dell’amido a riassumere la struttura originaria (prima della cottura) perdendo umidità; il pane cambia sapore, consistenza, diventa molto più digeribile e si abbassa l’indice glicemico.” (fonte: essenzalimentare.com)
Il post accenna anche ad un aspetto che mi sta a cuore: “Nella nostra società dell’abbondanza si è quasi persa l’abitudine ad utilizzare gli avanzi.” E questo sarebbe un modo per apprezzare con sensibilità ecologica ciò che la Terra ci offre. Affettiamo il pane avanzato e lasciamolo seccare, usandolo poi come fette biscottate!
Ho poi scoperto che la retrogradazione, cioè il ritorno alla struttura molecolare precedente, avviene sia nella tostatura che nel lasciare seccare il pane ed in entrambi i casi l’alimento avrà un indice glicemico più basso che nel prodotto fresco. (fonte: monitgnac.com)
Una curiosità l’ho trovata qui:
“L’aroma sprigionato dal pane che viene tostato dà felicità, evoca ricordi di vita famigliare, comfort, rassicurazioni. Si chiama Effetto Proust l’effetto ben noto che sblocca i ricordi attraverso una percezione olfattiva.” (fonte:it.geniuscook.com)
Per ultimo, ho letto che la crosta del pane rappresenta un apporto nutrizionale prezioso, poiché contiene lisina, “un amminoacido essenziale, presente in molte proteine animali e vegetali, favorisce la crescita, la riparazione dei tessuti e la produzione di anticorpi, ormoni, enzimi; il nostro organismo non e’ in grado di produrlo per cui dobbiamo assumerlo dagli alimenti” (fonte: veganitalia.com).
Di più non ho scoperto, ma non mi fermerò! 😉
Infine, continuando a parlare di nemici di flora batterica e intestino, possiamo aggiungere l’inquinamento, e non solo quello aereo-acquatico-luminoso-acustico.
C’è infatti un elemento della nostra vita a cui non associamo un valore nutrizionale, quando invece ne ha parecchio: i nostri pensieri.
E’ ormai riconosciuto pure dalla scienza che lo stress cronico derivato da conflitti psicologici irrisolti, specie se inconsapevoli o negati, sia causa di problemi di salute anche gravi.
I nostri pensieri nutrono il nostro corpo tanto quanto il cibo vero e proprio, in termini di energia sottile. E siccome l’intestino è il nostro secondo cervello, il più sensibile, anch’esso reagisce chimicamente a pensieri ed emozioni che si propagano dal primo e somatizza.
Come insegna la PNL, dopo la fase del dolore, bisogna risollevare l’animo e mostrare che la via per uscire dal tunnel c’è. 🙂
Cosa fare allora per prenderci cura di noi in tutte le nostre componenti fisiche, e in particolare dell’intestino?
Diamogli acqua sana in abbondanza, così i nostri baci saranno gradevoli; nutriamoci in modo consapevole; diamogli cibo ben masticato bio prevalentemente basico, scelto secondo natura, con abbondanza di verdura e frutta, agrumi, germogli, mandorle, bilanciando i pasti e osservando gli effetti degli alimenti sul nostro corpo in piena alleanza con lui; forniamolo di fermenti; collaboriamo con le sue funzioni vitali muovendoci quotidianamente, meglio se all’aria aperta, in zone verdi.
Mi fermo qui se no il mio report occuperà troppo spazio…
Scegliamo i cibi e i pensieri migliori per noi, ce la possiamo fare!
Carissima Stefania grazie per la tua ricerca, molto interessante.
Vorrei solo fare una piccola precisazione sul tuo pane-girico (!!! ) dato che il pane si trova comunque in cima alla Piramide Nutrizionale di AA, nel vertice delle cose da evitare.
Questo perché, abbiamo visto come Kousmine docet, dopo pochi giorni dalla macinazione la farina è nutrizionalmente “morta”, che sia bio, che sia integrale o che sia (molto peggio ovviamente 🙁 ) sottrattiva e raffinata.
Il modo migliore per mangiare cereali integrali restano i chicchi e, al limite, meglio del pane, la pasta integrale. Cercando sempre di preferire altri cereali al grano anche per promuovere la biodiversità.
Poi se ogni tanto vogliamo preparare noi il pane in casa, per le feste, partendo dai chicchi e con un bel macinino… perfetto! 😀
Attenzione a non confondere l’aroma del pane del fornaio con la felicità… un’associazione un po’ pericolosa, dato che gli “zuccheri” creano reazioni simili alla cocaina!
Un bacio e, ottimi i consigli per aiutare a tenere pulito l’intestino!
Grazie! 😀
=)
e` da piu d’un mese che sto seguendo una dieta datami da un iridologo, che aveva visto molte disfunzioni nei miei organi. Secondo lui un intestino pulito era la base per poter capire cosa non andava psicologicamente.
E verissimo che l’intestino va curato come fanno i giapponesi che pensano molto di cosa mettere dentro. Per quanto mi riguarda mi sento un’altro, ho perso 10 chili ma mi sento piu concentrato e secondo mia moglie sembro piu giovane.
Hansli