Cercavo un modo per riassumere quello che ho appeso dalla seconda lezione e la soluzione mi è arrivata intorno alle 5 del mattino. Mi sono rimessa a dormire, non prima di aver bevuto un bicchiere d’acqua, con l’obiettivo di riprendere il discorso sul blog questa mattina.
Approposito, grazie alla lezione ho preso l’abitudine di mettere un bicchiere d’acqua o meglio un bicchiere di quelli grossi da birra media (ma pieno d’acqua) accanto alla mia postazione di lavoro. Lo metto la mattina appena arrivo al pc, uno dopo pranzo e uno per il dopo cena, ovviamente lo riempio ulteriormente se necessario.
Così bere diventa un automatismo e non devo mettermi a riflettere se ho sete oppure no. 🙂
Torniamo al film, ebbene per chi non l’ha visto c’è una scena in cui un personaggio incaricato di scortare il protagonista nella città di Palermo, durante il tragitto gli elenca le problematiche della Sicilia e del suo capoluogo. Le problematiche sono del tutto simili a quelle che ho imparato durante la lezione…
Problema numero uno… la siccità!
Il personaggio pronuncia la parola in perfetto dialetto siciliano non riproducibile sul blog, e a quanto pare è un problema anche per noi. Abituati a bere bevande più o meno gassate e gustose al palato, della semplice acqua ci sembra insipida. Eppure è proprio una delle carenze che fa andare in tilt alcuni meccanismi del nostro organismo, costretto poi a compensare con altri meccanismi funzionali ma poco gradevoli se andiamo poi a ragionarci su.
Problema numero due… il traffico!
Ebbene sì, ci lamentiamo se i camion circolano sulle autostrade mentre stiamo andando in vacanza o se l’ingorgo ci impedisce di arrivare per tempo ad un appuntamento o sul posto di lavoro e poi non ci preoccupiamo di ingerire cibi che alla fine quel traffico lo causano nel nostro organismo, rendendo diffilcile la digestione, l’assimilazione e quindi lo smaltimento.
Insomma non c’è che dire e sicuramente c’è da riflettere.
Non sia mai che l’ingorgo che vediamo esternamente non sia una diretta conseguenza di quello che abbiamo internamente. Sarebbe davvero stupendo scoprire che organizzando diversamente i nostri pasti e le nostre abitudini anche altri tipi di ingorghi andranno a sparire.
Io comincio con il mio… poi staremo a vedere 🙂
Cara Barbara, devo dire che questo tuo post ci ha davvero colpito per la creatività che ci hai messo… decisamente ripescare dal film di Benigni (che andremo a rivedere presto!) questo paragone rappresenta un notevole esempio secondo me di pensiero associativo. 🙂
In effetti, restando nel paragone – gradevole oltre che calzante – mancanza di acqua e accodamento dei cibi all’interno del Grande Tubo sono due problematiche tanto diffuse quanto importanti.
Tuttavia forse anche in quel “non detto” (“il più grande problema della bella Sicilia è…”, con ovvia risposta mentale immediata…), ci sono spunti di riflessione, e te ne ringrazio.
Sono i luoghi comuni del benessere, quelli che superficialmente rimbalzano dalle pagine dei rotocalchi alle interviste in TV, che ci fanno vedere per occuparci la mente con banali semplificazioni tipo: “è solo un problema di volontà”, oppure “per stare in forma basta mangiare un po’ di tutto” o ancora “la nostra dieta mediterranea è la migliore”…
C’è un naturopata equadoregno che si chiama Camilo Vela che dice sempre “quello che conta è la conoscenza specifica delle cose”… Continuiamo ad andare oltre la superficie, brava! 🙂