Lo scorso Mercoledi’ 14 Ottobre c’è stata la prima lezione del corso on-line di Autodifesa Alimentare.
Eravamo in tanti presenti all’appuntamento, e in quelle due ore, che poi sono diventate tre, abbiamo avuto modo di approfondire le nostre conoscenze relative al mondo dell’alimentazione e aggiungerne delle nuove.
Come antropologa, insegnante di Yoga e terapeuta di massaggio Ayurvedico è già da qualche tempo che mi interesso al tema dell’alimentazione, soprattutto secondo la tradizione Ayurvedica.
E’ stato proprio grazie alle conoscenze tramandate all’interno di questo antichissimo sistema medico indiano che ho iniziato a conoscere le proprietà terapeutiche del cibo, inteso come vera e propria medicina per il corpo, mente e spirito.
Ascoltando le interessantissime notizie che Leonardo e Viviana ci hanno riferito durante la prima lezione sono rimasta molto colpita dalla spiegazione della differenza tra nutrizione e alimentazione.
Mi rallegro al pensiero che in molti stiamo tornando a riscoprire e rivalorizzare l’importanza dell’aspetto nutritivo e qualitativo del cibo e non solo quello quantitativo, gustativo o estetico.
Sapere che ciò che mangiamo è ciò che siamo è una frase che tutti dobbiamo profondamente assimilare nelle nostre coscienze per fare di questo Mondo un luogo migliore.
Uno degli argomenti trattati Mercoledi’ che ha particolarmente suscitato il mio interesse è stato quello relativo allo zucchero. E nello specifico, la differenza tra lo zucchero bianco raffinato e quello integrale di canna. Anche qui possiamo applicare infatti la differenza tra cibo che alimenta e cibo che nutre.
Quest’estate ho avuto la fortuna di viaggiare per tre mesi tra l’Ecuador e la Colombia, entrambi Paesi in cui si coltiva la canna da zucchero. Lì nei supermercati si vende la “panela“.
Si tratta di zucchero integrale di canna che, come ci evoca il nome stesso, viene preparato con una forma simile ad una pagnotta, di colore marrone scuro. E’ un alimento che non manca quasi in nessuna casa. In Colombia, per esempio, una delle bevande più popolari è proprio l’ “aguapanela”, ovvero acqua bollita con un po’ di panela.
A parte l’uso esagerato che si fa nei Paesi Latinoamericani di questo prodotto, che è piuttosto criticabile, sorprende la differenza che c’è tra quello zucchero sia nel colore ma soprattutto nel sapore, rispetto a quello sbiancato che siamo soliti consumare dalle nostre parti.
Ancor più buono e ricco di minerali e principi nutritivi risulta poi essere il succo di canna di zucchero spremuto sul momento, che è possibile comprare nei tanti chioschi e banchetti che si trovano nelle strade colombiane ed equatoriane.
Mentre viaggiavo in Colombia mi sono imbattuta in qualcosa di ancora piu’ sorprendente: la Stevia, chiamata affettuosamente anche “erba dolce”.
La dolcissima Stevia (Stevia Rebaudiana) è una piantina tropicale diffusa soprattutto in Brasile e Paraguay, da qualche tempo anche in Colombia, che le popolazioni indigene sudamericane da sempre utilizzano per dolcificare gli alimenti e le bevande, dato il suo spiccato sapore dolce naturale. Addirittura, in Brasile, viene popolarmente impiegata per ridurre il diabete nel sangue.
E allora perchè non iniziare ad usarla anche noi? Ahimè, in Europa la Stevia è illegale (non in Svizzera) ed è oggetto di controversi studi che durano ormai anni e che hanno lo scopo di rilevare eventuali effetti negativi sull’organismo umano.
Negli Stati Uniti viene invece venduta, ma solo dall’industria autorizzata e a prezzi più alti del normale.
Peccato che questioni politiche ed economiche non ci permettano di dolcificare le nostre vite in modo naturale, sano e verde….
😀
Complimenti Francesca, per l’articolo ed anche per il viaggio: io sono un appassionato di paesi latini anche se non ho avuto modo di viverli spesso. Il succo di canna spremuto all’istante ha effettivamente, lo ricordo, un sapore buonissimo e particolare, e la naturalità di quei paesi, benché poveri sotto certi aspetti, è una ricchezza che manca molto quì in europa. Per quanto riguarda quest’erba che non conoscevo, non stupisce che i preposti ai controlli non siano così zelanti nel vietare i dolcificanti deleteri per la salute che circolano normalmente nei nostri supermercati.
Ciau ciau..
Complimenti per il tuo primo report, cara Francesca e benvenuta ufficialmente tra gli Allievi Wellness Angels! 😀
Con la tua sensibilità ed esperienza sono certa che ti troverai benissimo in questo blog di “Cercatori”
Viaggiando ci si rende conto di quanto possiamo imparare dalle altre culture, sopratutto quelle non ancora completamente compromesse dal “mercato globale” 😉
E noi siamo qui apposta – tutti insieme – per scovare il meglio, il sano, il bello dell’alimentazione… ovunque sia nascosto! 😀
grazie per i commenti e per il benvenuto…è proprio un piacere condividere insieme a voi. a mercoledi’…
un forte abbraccio
A Lussemburgo ho potuto comprarne in polvere, avevo una piantina in giardino (prima che gelasse) e ho comprato dei semi per l’anno prossimo
Cordialmente
A proposito di stevia, io la coltivo in giardino, le piantine le ho acquistate al supermercato.
Ho fatto seccare le foglie e poi mi preparo il dolcificante liquido, che si mantiene per 6 mesi se tenuto in frigorifero.
Al mio compagno preparo una boccetta, quella che uso per i fiori di bach, da potersi portare in giro e che riempiamo di volta in volta.
La stevia va molto bene per dolcificare i the, nel caffé non è l’ideale, si sente molto il retrogusto di liquirizia… così mi dicono… io non dolcifico il caffé