Plastica sì, plastica no. Vecchia diatriba. 😕
Oggi, grazie alla raccolta differenziata la plastica non sembra più così malaccio, tanto “si può riciclare“… ma – a parte che non tutti la riciclano – riciclare la plastica costa, come costa all’ambiente la produzione di nuovi oggetti e contenitori in plastica, tanto più quando non servono.
Quindi ti proporrei una doppia prospettiva della questione, analizzandola dal punto di vista di Autodifesa Alimentare: da una parte parliamo di Salute e Benessere dei cibi “implasticati” e dall’altra di “Ecologia della Nutrizione”. OK? 😀
Cercheremo di capire insieme perché:
1) Evitare il più possibile di acquistare (e quindi promuovere e sostenere le aziende che vendono) i cibi confezionati in plastica…
2) Capire quale plastica sia realmente riciclabile e quale NO (e quindi oltre a costituire uno spreco energetico crea anche un gravissimo problema ambientale per 10.000 anni e forse più…)
Partiamo dal primo punto.
Qualsiasi cibo fresco sia in una confezione di plastica (tranne i casi limite tipo i cachi o i kiwi che sono fragilissimi), è un cibo che solitamente sta girando su e giù per la penisola da un bel pezzo, inquinando e perdendo in freschezza.
Probabilmente colto acerbo – e quindi senza aver raggiunto la maturazione senza i micronutrienti più preziosi – e trattato con qualche gas conservante – quando non colorante – in modo che si possa mantenere a lungo e “valere l’investimento”.
A parte il fatto che costa di più (perchè la confezione deve essere ammortizzata) e ti porti a casa dei rifiuti… in ogni caso è meno fresco.
Per capirci… Se vai dal contadino biologico a km zero certo non ti mette i pomodori nella vaschetta di plastica! 😉
Quindi premiamo chi distribuisce i suoi prodotti usando confezioni eco-compatibili, utilizzando meno plastica possibile, cellophane più leggeri, carta o cartone riciclato o meglio ancora… niente.
E ricorda che la confezione imponente serve anche come “fumo negli occhi“. Non significa qualità. Anzi. 👿
Chi disprezza l’ambiente e ad oggi – con tutte le nuove soluzioni ecologiche – non ha ancora preso misure per migliorare l’impronta ecologica dei suoi prodotti, difficilmente avrà a cuore la salute ed il benessere dei suoi clienti consumatori! 👿
A proposito, una volta per tutte:
se vai dal Bio-contadino SPENDI MENO CHE AL SUPERMERCATO!
Basta organizzarsi e trovare una piccola azienda agricola di fiducia vicino casa che faccia vendita diretta, andarci, fare amicizia, magari addirittura riuscire a organizzare un piccolo gruppo di acquisto di quartiere e farsi portare una volta a settimana un cesto di prodotti concordando una spesa minima settimanale!!!
Sono stanca di sentire dire che il “bio costa”, non è vero.
Se ti piace la plastica – cibi di plastica e contenitori di plastica 😉 intendo – ed il supermercato, fai pure… ma senza scuse, con coerenza!!! :P.
Inoltre, riflettiamo insieme su un altro dettaglio: siamo davvero sicuri che la plastica usata per le confezioni… che il cellophane che copre le vaschette… che il procedimento di realizzazione dei contenitori… siano davvero OK? 😕
Con questo caldo? Con questo sole? 😯
Se le bottiglie di plastica usate per uso alimentare sotto il sole diventano pericolosissime e cancerogene…
Se si è scoperto che perfino i biberon – che dovrebbero essere il non plus ultra della sicurezza alimentare (e comunque: W il latte della mamma umana e solo quello!!! 😛 ) , sono tossici…
Non c’è necessità di un “grande intuito” per sospettare anche di altre confezioni simili in “plasticuccia“.
Ricordiamoci che la plastica viene fabbricata grazie al petrolio. 😯
Un’ultima cosa…
Dato che ci siamo evitiamo anche di acquistare contenitori in plastica per conservare il cibo o anche pellicole di plastica per coprirlo e limitiamo tutto quello che è plastica colorata (mestoli, bacinelle, posate, secchi)…
Sempre plastica è. E’ davvero necessaria?
Ad esempio… Non facciamoci tentare dalla “mega offerta” del grande magazzino di turno che ti vende a 5-10 euro ben 40 pezzi tra vaschette trasparenti e coperchi per conservare il cibo convincendoti che magari ti serve anche una cucina più grande e maggiormente accessoriata per contenere tutti questi oggetti specialistici ed inutili…
Semmai ricicliamo i barattoli di vetro per conservare quel poco cibo che deve essere conservato.
Perché, lo sai bene, non c’è nulla di meglio del cibo fresco appena colto e si può vivere splendidamente con vegetali freschi ed una sana manciata di cereali e legumi biologici che non hanno certo confezioni elaborate! 😉
Passiamo al secondo punto.
Una volta cercato di ridurre a priori l’uso della plastica, parliamo un po’ di ambiente e capiamo come e quando riciclarla nei contenitori appositi:
Innanzitutto si possono riciclare le plastiche con le sigle PE, PET e PVC…
come contenitori di cibi (vaschette varie di vegetali, frutta o porta-uova, vaschette gelato, surgelati e latticini, incarti alimentari leggeri trasparenti, pellicole di cellophane), confezioni di detersivi, flaconi di prodotti per l’igiene personale, buste delle spesa (che speriamo spariranno presto), buste in nylon, polistirolo, bottiglie di plastica per l’acqua e varie zuccherose bibite avendo cura di schiacciarle (ma tanto non le usi più, sai bene quanto siano dannose per la salute e per l’ambiente 🙁 )
Sarebbe bene sciacquare velocemente i contenitori prima di riciclarli ma non c’è necessità, come per i barattoli di vetro di cui abbiamo parlato, di togliere le etichette di carta.
Non si possono invece riciclare plastiche…
come piatti e bicchieri di plastica (mica li userai ancora, vero? 👿 ), contenitori di vernici, colle e materiali tossici, giocattoli (che troppo spesso sono tossici!!!), rifiuti ospedalieri (siringhe, confezioni di medicinali, sacche per il plasma o liquidi per dialisi), elettrodomestici e piccoli elettrodomestici (e tutte quelle cose inutili che si usano 3 giorni e poi si nascondono in cucina 🙁 ), custodie di videocassette, musicassette e CD, stampelle, confezioni di dentifricio, bottiglie di olio di semi e varie, articoli per l’edilizia…
Che sia riciclabile o meno… In ogni caso ricorda che…
anche riciclare è la cura non è la prevenzione.
E’ un rimedio, un’extrema ratio…
Anche perché la plastica troppo spesso ancora NON viene riciclata. 🙁
Non tutti i Comuni la riciclano, non tutti hanno imparato a differenziare i rifiuti, non tutti la lavorano e recuperano una volta raccolta…
E quando vedi rifiuti di plastica in giro lasciati da “altri maleducati incivili” considera che siamo colpevoli anche tutti noi che con i nostri acquisti di contenitori e confezioni in plastica continuiamo ad alimentare e a sostenere un mercato oggi insostenibile.
Solo quando una minoranza all’avanguardia inizierà a rifiutare (e boicottare apertamente) certi prodotti, il mercato piano piano modificherà e permetteremo a tutti gli altri di capire e cambiare.
Quindi, salutare o no per noi umani, la plastica non è salutare per l’ambiente.
Non è biodegradabile, e ci vogliono migliaia di anni perché scompaia.
E mentre si degrada – ne abbiamo parlato nella nostra lunga campagna contro le buste di plastica– inquina moltissimo… 🙁
Non ti parlerò adesso delle isole di plastica, dei mari inquinati, della fauna marina in estinzione, delle falde acquifere compromesse…
Senza fare troppi voli pindarici, o senza richiamare sopite coscienze ambientali o animaliste, credo che a nessuno di noi sulla spiaggia piaccia trovarsi contornato da rifiuti di plastica, buste, bottigliette e quant’altro venga portato dalle onde del mare, no? O vedere i nostri bambini giocare in mezzo ai rifiuti… 🙁
Limitiamo la plastica dunque nei prodotti alimentari ed in tutti gli altri prodotti, dove possibile e usiamola solo dove davvero serve, come nelle custodie dei PC ad esempio… (almeno fintanto non faranno “gusci” in bio-plastica 😉 ).
Certo adesso non dobbiamo demonizzare tutto, con qualche oggetto di plastica puoi sbizzarrirti in creativi bricolage (io per esempio ritaglio alcuni flaconi di plastica di contenitori tondi e li ricopro con lana, stoffe e calzini trasformandoli in vasi e recipienti vari molto trendy 😉 )…
Ma dato che è una vera scocciatura stare ad analizzare tutti gli involucri delle confezioni in plastica per capire quali siano riciclabili e quali no… cerca di evitarli il più possibile e scegli materiali naturali e biodegradabili…
Materiali da compost, per intenderci.
Le conseguenze?
Innanzitutto risparmio. Il che non guasta.
Ed in tutti i campi… (ad esempio il bicarbonato nel cartone – che uso in grandi quantità per la pulizia naturale della casa – costa il doppio nella confezione di plastica decorata con etichetta lucida di plastica. 😯 Per me possono tenerselo!!! 😕 )
Poi, spazi più liberi.
Niente contenitori ingombranti, pacchi che stazionano in casa o in terrazzo nell’attesa di essere “conferiti negli appositi bidoni” o ritirati porta a porta in giorni prestabiliti, cattivi odori che derivano dai residui di cibo ma anche da una certa “coscienza sporca ambientale”… 😯
Più libertà ed indipendenza da pubblicità, consumismo, imposizioni mediatiche.
Scoprirai che un mondo con meno rifiuti è un mondo più pratico, semplice, sano e leggero! 😀
So che già lo sai, so che già lo fai… passaparola!
🙂
Viviana Taccione
Wellness Angel Coach & Trainer
https://www.autodifesalimentare.it/wa.htm
Grazie davvero per aver postato una cosa importante come il riciclaggio della plastica, perchè effettivamente è un discorso poco conosciuto e poco chiaro…
Grazie a te Vale per averci letto e per il passaparola che farai! 😀
C’è così tanto intorno a noi di più naturale, no?
Ad esempio sarebbe bello trovare il modo di creare dei materiali resistenti e allo stesso tempo compostabili proprio dalle fibre naturali… 😉
Un abbraccio!
V.
Ciao Viviana. Ho letto con molto interesse il tuo articolo sulla plastica (ti devo fare i miei complimenti) che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, sicché ho dovuto farci anch’io qualche riflessione. E’ davvero incredibile constatare l’indifferenza intorno alla gravità del problema rifiuti e come al riguardo non ci sia proprio la volontà di prendere decisioni forti e radicali. L’imperativo etico-ambientale rivolto alla socità tecnologicamente superavanzata del nostro terzo millennio dovrebbe essere (ed è) minimizzare la produzione di scarti, stimolando ed ottimizzando quanto più possibile sia i confezionamenti degli alimenti che i contenitori di altri oggetti, tali che non solamente siano riciclabili (cioé trasformabili di nuovo in altri contenitori o in altre cose da immettere sul mercato), ma possibilmente ecocompatibili (che cioé non rechino alcun danno permanente e/o a lunghissimo termine al nostro delicatissimo ecosistema).
Da qualche anno ormai sentiamo parlare del grave problema dei rifiuti di Napoli e Palermo ( e non solo Napoli e Palermo) che fino ad oggi ha ottenuto dalle istituzioni risposte inadeguate, insoddisfacenti e poco risolutive, trattandosi il più delle volte di cure tampone sintomatiche che lasciano irrisolto il problema.
Mi sembra evidente che alla base base di questa tragedia, disorganizzazione degli organi preposti e organizzazioni malavitose direttamente interessate a lucrarci a parte, ci sta una superabbondanza di scarti che fanno crescere del 90% il volume della massa totale conferita a rifiuto (riciclabile o meno).
Questa situazione è diventata non più sostenibile e dobbiamo renderci tutti conto che bisognerà operare una totale revisione dell’attuale sistema di convivenza con entrambi gli occhi puntati sul reale rispetto dell’ambiente.
Io non saprei proprio cosa suggerire, non sono addetto ai lavori, né ricercatore o sperimentatore scientifico nel campo dell’ecologia e dello studio della natura; ma, diamine!, ci sarà pure qualche testone capace di elaborare progetti seri e concreti per la salvaguardia della natura e dell’ambiente, diamogli spazio, coinvolgiamoli, costi quel che costi (alla fine della fiera l’eliminazione degli sprechi e il ripensamento a priori di quello che dovrà diventare rifiuto col tempo ripagherà il conto del loro contributo).
Brava Viviana! Giusto quello che dici, cerchiamo di fare noialtri la nostra piccola parte: sicuramente ci sentiremo meno coinvolti e colpevoli e chissà forse il nostro esempio potrà provocare delle ‘ripples in the water’ (come dei cerchi nell’acqua) che continueranno a dilatarsi con l’adesione consapevole di altri consensi, vi pare?
P.S.: Nella mia cittadina (al sud) il riciclaggio sta funzionando pittosto bene e tra qualche giorno pare che sarà possibile conferire, altre alla plastica, al vetro, alla carta, al cartone pesante, alle lattine e all’umido, anche le confezioni in tetrapak, per cui alla fine nel bidone del secco non riciclabile (quello per intenderci che va in discarica perché non ricilabile) andrà ben poco, considerando anche il fatto che gli ingombranti, i tossici e gli inquinanti vengono conferiti alla piattaforma ecologica che ad oggi funziona molto bene.
Tutto molto giusto, aggiungerei solo che considerando che molte componenti della plastica sono ormonosimili, meno ne usiamo, più abbassiamo il rischio di patologie tumorali ormonodipendenti, come fibromi, ipertrofie prostatiche, tumori al seno ecc…