Alcuni giorni fa un amico che riceve regolarmente la nostra newsletter mi ha chiesto informazioni sul “pangasio“, piatto forte della sua mensa aziendale presentato come raffinato pesce bianco utilizzato come alternativa leggera ai piattoni di pasta al sugo o spezzatino di carne.
Avendo letto un mio precedente post sulle mense aziendali, si è insospettito della generosità con la quale la sua mensa elargiva una tale prelibatezza, e mi ha chiesto chiarimenti.
Ecco cos’è emerso dalla mia ricerca:
1. il pangasio vive nel fiume Mekong (non in mare, come veniva spacciato dalla mensa!) in particolare viene allevato nel suo delta in Vietnam, e da qui viene spedito in Europa, dove è venduto surgelato (con aggiunta di una spolveratina di E 451, ma questo tutto sommato è un dettaglio! 🙁 );
2. il Mekong entra da decenni, di diritto, nella lista dei 10 fiumi più inquinati del mondo: lungo il suo corso si trovano 210 aree industriali che scaricano i loro reflui nel fiume, alle quali si aggiungono gli scarichi del 90% di tutte le fattorie della zona; 😕
3. i livelli di arsenico nel Mekong raggiungono picchi di 845 microgrammi al litro, che assieme ad altri metalli pesanti altamente tossici crea un mix venefico che si concentra nelle carni del pangasio. 😕
Chissà perchè i vietnamiti sono poco longevi rispetto agli altri popoli asiatici…???
E chissà perchè le mense aziendali servono così spesso il pangasio…???
Ma lo scandalo non finisce qui: l’API (Associazione Piscicoltori Italiani) lancia l’allerta agli ignari consumatori italiani che possono ritrovarsi a consumare filetti di pangasio attentamente spinati e deliscati spacciati per sogliole!
E per di più decongelati, quindi privati con lo scongelamento di alcuni elementi nutritivi e con caratteristiche organolettiche inferiori, in quanto non possono più essere congelati.
La tragedia è che il pangasio, dato il suo bassissimo costo, sta spopolando anche nei banchi freezer di discount e supermercati, a discapito di trote, orate e altre specie nostrane dalle caratteristiche nutrizionali ben più pregiate (con buona pace dei miei cari omega 3!!!).
A salvaguardia del consumatore, l’API ammonisce dunque di prestare attenzione alle etichette (beh, per noi Wangel è ormai un vizio 😉 ).
Occhio dunque a:
– nome scientifico, il nome commerciale e il luogo di provenienza (informazioni obbligatorie in etichetta, oltre al prezzo);
– stato fisico in cui si trova il prodotto, cioè se fresco (mantenuto alla temperatura di 0/+4 °C, cioè prossima al grado di fusione del ghiaccio), congelato (cioè mantenuto ad una temperatura costante di -18°C) o decongelato (con la conseguente perdita di nutrienti di cui si parlava prima).
Tutto questo, oltre che alla nostra salute, non giova neppure all’economia locale (in fondo credo sia per questo che l’API si è sollevata ; ) ) e alla biodiversità delle nostre specie endemiche.
E sono convinta che il discorso biodiversità sia comunque parte integrante dello spirito con cui noi Wangels portiamo avanti un movimento di consapevolezza che trascende il singolo per abbracciare il tutto.
Elisa Pampolini
Naturopata & Wellness Angel di Staff 😀
Complimenti per questo eccezionale approfondimento sul Pangasio…
E’ da poco che se ne parla in rete e non è facile trovare informazioni.
Quindi occhio, come abbiamo detto al corso l’acquacoltura, se proprio dobbiamo, solo nazionale e locale perchè è più controllata! 😀
Per “pescare” i pesciolini più adatti si può consultare la nuovissima guida IL CIBOMETRO
https://www.autodifesalimentare.it/schede-magiche.htm
Ciao Elisa, complimenti per l’articolo, molto approfondito e chiaro!
tempo fa una mia paziente, durante l’intervista alimentare mi ha detto di mangiare tantissimo pesce, anche 3 o 4 volte a settimana…..quando ho chiesto di che pesce si trattasse, lei mi ha detto “pangasio” e così le ho spiegato che ci sono scelte alimentari migliori di quel pesce! per tutta risposta mi sono sentita dire che al supermercato è sempre in offerta e mica si possono spendere sempre i soldi per il pesce fresco……ed è proprio su questa (ahimè) fascia larga di consumatori che certe industrie si arricchiscono….
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