Qualche giorno fa ho visto “Piovono Polpette“, un divertente film di animazione della Sony Pictures-Columbia.
Personalmente apprezzo molto i film di animazione in grado di divertire adulti e bambini, e dato l’interesse per le problematiche legate al distorto uso del cibo ero certamente pronto a vedere un bel film.
La aspettative non sono state deluse: non credo che sia mai stato affrontato il problema della sovralimentazione dilagante da un punto di vista nello stesso tempo così particolare e tanto efficace.
Tutto parte dal genio incompreso di un ragazzo, Flint, che vive in un isola totalmente dipendente dalla produzione di sardine in scatola, ma che piuttosto di aiutare il padre a vendere il “prodotto nazionale”, sogna di realizzare qualcosa di grande nella sua vita.
Poi un bel giorno, dopo un susseguirsi di invenzioni curiose (e a tratti grottesche, che sfiorano a più riprese anche il tema tragico della manipolazione genetica…), il protagonista inventa una macchina per creare cibo dall’acqua.
L’idea sembra buona, tanto più quando per colpa (o grazie?) ad un incidente inaspettatto, la macchina prende il volo e comincia a sfornare letteralmente panini, pizze e qualsiasi cibo venga programmato dal suo ideatore, con somma e cieca gioia di tutti gli abitanti del paese.
Chiaramente, come in ogni favola che si rispetti, la cupidigia del “cattivo” crea le condizioni del disastro, e l’isola viene martorizzata da tornado di spaghetti e pizze giganti, mentre il resto del mondo trema.
Nel film non mancano la storia d’amore e il confronto generazionale, la morale contro la corruzione dei politicanti ed i buoni sentimenti.
Quello che mi è piaciuto di più è il fatto di aver descritto in modo splendidamente metaforico come troppo cibo possa letteralmente uccidere…
Senza paternali concettuose, senza evidenziare la tragedia della diabesity (se non per la taglia del Sindaco cattivo che cresce fotogramma dopo fotogramma…), senza neanche calcare troppo la mano sulla differenza tra cibi buoni e junk food…
Il punto di forza del film sta proprio nel farci vivere la violenza dell’eccesso mentre ci intrattiene e ci diverte con una storia gradevole ed effetti speciali degni di nota (la costruzione in gelatina è fenomenale!).
Puntando su immagini, audio e un montaggio mozzafiato, il film letteralmente ipnotizza, portandoti a sperimentare in uno stato alterato degno della migliore tradizione piennelistica anche visceralmente un progressivo senso di schifo per tutto ciò che è grasso, unto, raffinato e condito.
Come dire: mangia ciò che vuoi, se questi eccessi sono davvero l’immondizia che credi di meritarti.
Da vedere (a meno che tu non sia inappetente!), soprattutto se hai deciso di metterti per l’ennesima volta a dieta, magari dopo il brindisi di fine anno.
Con l’unica accortezza di andarci a stomaco vuoto, o semmai dopo una cenetta frugale in stile fusion Autodifesa Alimentare! 🙂
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Angel Coach & Trainer Autodifesalimentare
😕 devo dire che il fatto che non si sia minimamente accennato all’idea di risolvere la fame nel mondo con l’invenzione di Flint… mi ha un po’ turbato.
Però forse pretendo troppo da un cartone!