Questo mio primo report vuole essere una riflessione su quanto letto, nella prima lezione del Corso di Nutrizione e Autodifesa Alimentare, a proposito di “Perché mangiamo? – I 3 Sollazzatori del Gusto”.
Oltre alla sintesi sulle 4 spinte fisiologiche che portano a mangiare, mi ha colpito l’intervento di Viviana che, a proposito dell’appetito, ha riportato il detto ‘l’appetito vien mangiando…’.
Ho pensato a quanta saggezza si ritrova nei proverbi e nei modi di dire perché nascono da esperienze pratiche, tramandate oralmente nel corso dei secoli, molte delle quali sono valide tutt’oggi.
Ho quindi ripreso le 4 tipologie di fame, aggiungendo un ‘detto’ che le caratterizza.
Mangiamo come risposta ad un’esigenza:
– di appetito: ovvero ciò che ha a che fare con la necessità di riempire lo stomaco.
Si dice infatti:
“Ho un buco nello stomaco…”
– di gusto: il piacere fisico che si prova quando si mangia.
Quando una cosa è buonissima, si sente spesso dire che…
“farebbe resuscitare un morto…”
– di fame energetica: quando si ha bisogno di energia e quindi di assumere cibo calorico.
In questi casi si sente spesso dire:
“Ho un calo di zuccheri” oppure “Non carburo…”
– di fame emotiva (come l’ha ribattezzata Viviana) per compensare una mancanza affettiva:
“Mangio (o anche bevo) per dimenticare”…
Aggiungerei anche un altro tipo di fame (che era particolarmente vera per me!):
– la fame visiva con il conseguente desiderio di mangiare qualcosa pur non avendo fame
‘gli occhi tengono più della pancia’, o quello che vedo ‘mi fa venire l’acquolina in bocca…’
Queste sono tutte situazioni che comunque partono da una motivazione fisica, sensoriale o emotiva di cui si è in qualche modo coscienti.
C’è poi l’ultima scoperta: la fame cellulare!
Si tratta di una scoperta recente, legata agli studi scientifici sul corpo umano e sul suo funzionamento. Ovviamente la fame cellulare c’è sempre stata: da quando l’uomo è comparso sulla terra, ma anche prima… i primi organismi cellulari erano pur sempre cellule che dovevano nutrirsi per vivere.
Siccome però non è possibile farne esperienza, non ci sono ‘detti’ sulla fame cellulare tramandati dalla tradizione.
Forse potrebbe essere giunto il momento di coniarne qualcuno per la posterità, del tipo
‘cellula nutrita, stanchezza sparita’ oppure ‘stanchezza permanente, cellula sofferente’ e ancora ‘cellula idratata, pelle più levigata’. 😀
Da qui alla curiosità di andare a cercare dei proverbi legati al cibo… il passo è stato breve: come dire che ‘una ciliegia tira l’altra’.
E ho fatto due ‘scoperte’ interessanti.
La prima…
Sarebbe interessante poter raggruppare i ‘detti e i proverbi’ secondo diverse categorie, in base alla loro aderenza o meno a situazioni attuali:
1) sui comportamenti alimentari sani
Mangiare per vivere, non vivere per mangiare.
Il poco mangiare e poco parlare non fece mai male.
Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto.
Chi va a letto senza cena, tutta la notte si dimena.
Tutto ciò che è proibito, è boccon dell’appetito.
A molti abbrevia i giorni la cucina ad altri il troppo amor per la’ cantina.
2) sullo stare in guardia contro i vecchi e i nuovi ‘sollazzatori del gusto’
Troppe salse vivande false.
Nessun sapore vale quando c’è troppo sale.
3) sull’importanza del cibo non raffinato…
Cibo troppo raffinato rovina il palato.
A cucina sana e svelta non occorre tanta scelta.
4) sulla bontà di insaporitori naturali (senza esagerare con il sale!)
Olio, aceto, pepe e sale fanno buono uno stivale.
5) I seguenti ‘detti’ mi hanno incuriosito e pongo una domanda: quali hanno rilevanza scientifica? E se non ce l’hanno alla luce dei recenti studi, come andrebbero modificati?
Per esempio:
Una mela al giorno leva il medico di torno (E’ormai risaputo che oggi ne occorrono 5 di mele per avere 100 mg. di Vitamina C che erano contenuti in una mela nel 1985).
E ancora:
La verdura è una pietanza che vuol olio in abbondanza (L’olio fa bene ma non bisogna esagerare per via delle calorie)
Ecco altri detti di cui sarebbe interessante verificare la validità scientifica:
Chi beve vino prima della minestra saluta il medico dalla finestra.
Riso bollito, in un salto è già smaltito.
Il formaggio è cibo sano se ne mangi poco e piano.
La patata dà più forza quando è cotta con la scorza.
Cruda, arrosto oppur lessata benedetta la patata.
L’arancia al mattino è d’oro, a mezzogiorno d’argento, alla sera di piombo.
6) Poi ci sono quei ‘detti’ che, con qualche leggero ritocco, si potrebbero adattare a situazioni alimentari attuali:
Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino (se si mangiano troppi grassi saturi, ci si rimette di salute)
La seconda…
Questa ricerca partita da una semplice curiosità ha finito col divertirmi ma, quel che è più importante, mi ha portato ad una seconda scoperta, ovvero che esiste un libro dal titolo:
Il Mangiar Saggio
Un viaggio attraverso l’Italia dei detti, dei proverbi e della vecchia saggezza popolare
di Gianna Ferretti
AIEP Editore
Dalla prefazione (che riporta quello che è il risultato della ricerca condotta dall’autrice), cito: …
“Un esame attento del materiale raccolto ci ha fatto comprendere che molti dei proverbi legati all’alimentazione tramandatici nel corso dei secoli, spesso racchiudono delle verità, il cui significato riusciamo a comprendere solo oggi poiché sono aumentate le nostre conoscenze sulla composizione chimica degli alimenti, sulla fisiologia della digestione e sono notevolmente progredite le nostre conoscenze in tema di nutrizione e dietetica. Meno frequentemente, in altri casi, le affermazioni proverbiali hanno contribuito a creare pregiudizi su certi alimenti, sebbene non ci siano fondamenta scientifiche per ritenere che essi possiedano proprietà negative per la salute”.
Mi sembra un testo interessante, che varrebbe la pena di leggere.
Concludo con un altro passo tratto sempre dalla prefazione, che sottolinea come già nell’anno 1000 fossero ben chiari i tre segreti del ‘viver bene’:
Risale all’XI secolo il primo trattato sull’alimentazione di ben trecentosessantatrè versi latini in rima. Il testo racchiudeva tutta la saggezza medica della celebre Scuola Salernitana, la più famosa istituzione medioevale dell’Occidente europeo per l’insegnamento e la pratica della medicina.
Nel libro si legge: Si tibi deficiant medici, medici tibi fiant haec tria: mens leata, requies, moderata diaeta… Se non hai medici appresso, farai medici a te stesso questi tre: mente ognor lieta, dolce requie e sobria dieta.
(Trad. P. Magenta, 1834)
Mi sembra molto ‘potenziante‘, che ne dite?
🙂
Delizioso il tuo primo report carissima Claudia, mi hai fatto divertire un sacco con i nuovi proverbi e modi di dire che entreranno in voga tra le celluline della “Fame Cellulare”! 😀
Complimenti per questa tua ricerca e per la passione che stai mettendo in questa avventura del Corso di Nutrizione AA The Final!
Grazie anche per la segnalazione del libro di Gianna Ferretti, deve essere davvero stimolante. La conosco come Autrice molto sagace ed esperta del suo blog http://trashfood.com/ un “randomestrale di incultura alimentare” e leggo sempre le sue email!
Un abbraccio e sentiti libera di scrivere sul blog ogni volta che vuoi… non solo per i report! 😉
Claudia, sei grande!
Benvenuta tra le Autrici di Autodifesa Alimentare…
Questa sì che è creatività pratica… 😉
La tua capacità di vedere le cose in modo diverso dimostra non solo curiosità (che per me è l’anticamera dell’intelligenza) ma anche che hai fatto tuoi i contenuti assimilandone la vera sostanza, con levità e consapevolezza.
Riguardo alle tue domande, se e quanto siano veri questi due proverbi:
“Una mela al giorno leva il medico di torno”
e
“La verdura è una pietanza che vuol olio in abbondanza”
tu hai già fornito un’ottima chiave di lettura.
Una volta, quanto la mela aveva più nutrienti e noi eravamo meno stressati e meno inquinati, probabilmente questo frutto rappresentava un ottima scelta di prevenzione. Oggi, pur restando tra i frutti più sani (ovviamente bio, o meglio del nostro giardino), non credo possa più vantare questo magico valore terapeutico.
Riguardo ai condimenti per la verdura, credo che questo proverbio nasca più dall’anima godereccia che da quella salutistica… Come sappiamo l’olio EVOB resta in ogni modo il miglior condimento conosciuto, e cucinando i cibi nel modo giusto non si ha bisogno di stra-condirli, perché rimangono croccanti e deliziosi.
Attendiamo il secondo Report! 😀
Ciao claudia! complimenti! hai scritto un report brillante e molto piacevole!!
Ti ho letta molto volentieri e spero che seguirai il consiglio di viviana e scriverai nuovamente sul blog! 🙂