Chi l’avrebbe mai detto? Io circondata da 20 quattrenni?!
Recentemente ho avuto l’enorme fortuna di potermi mettere alla prova, parlando ad una classe di bimbi della scuola materna, e di sperimentare l’emozione che ciò significa.
E, come in una lezione di Autodifesa Alimentare per i più piccoli, ho potuto spiegare loro qual è il significato di nutrizione, perché è tanto importante per me, ma anche perché dovrebbe essere importante per ognuno di noi.
Quando sono entrata nella loro aula ero molto emozionata.
Non avevo mai avuto un pubblico così giovane e, mi ero immaginata, un po’ “difficile”.
In realtà è stata, per me, un’esperienza divertentissima e molto istruttiva; i bimbi, poi, hanno partecipato con gioia e grande collaborazione.
Sono stati molto attenti ed erano incuriositi da ciò che stavo raccontando.
Ho spiegato loro che il nostro corpo è fatto di cellule e che le nostre cellule, a seconda di quello che scegliamo di mangiare e, di conseguenza, del tipo di cibo con cui le alimentiamo, possono essere felici oppure tristi.
Ho disegnato le cellule (liberamente ispirata dagli schemi del corso di Autodifesa Alimentare 🙂 ) alla lavagna e ho chiesto ai bimbi di disegnarle insieme a me…
Tonde e sorridenti oppure rinsecchite o gonfie e tristi.
Avevamo rotto il ghiaccio! 🙂
Ci siamo, poi, concentrati su come desideravamo che fossero le nostre cellule e su quali cibi non le rendessero felici.
Abbiamo parlato del cibo buono e nutriente e di come riconoscerlo.
Come provare ad assaggiarlo, sperimentarlo e apprezzarlo, usando tutti i sensi a nostra disposizione.
I bimbi di quell’età, 4 – 5 anni, spesso non vogliono neanche avvicinarsi ad un cibo nuovo…
Un po’ per diffidenza, un po’ per attaccamento a ciò che già conoscono, a volte perché i fratelli più grandi non lo apprezzano e loro li imitano. Lo spirito di emulazione, però, può anche aiutare molto in questi casi e io ho un po’ “imbrogliato“… 🙂
Ho usato una tecnica utilissima anche per gli adulti: li ho fatti giocare, li ho fatti immaginare e loro hanno finto di toccare il cibo.
I broccoli, per la precisione.
Hanno provato a sentire la loro consistenza tra le dita, la loro temperatura, li hanno annusati e poi assaggiati.
Non tutti al primo tentativo li hanno “sentiti” buoni, ma poi cercando sul tavolo (rigorosamente vuoto! 🙂 ), hanno trovato il broccolo che faceva al caso loro, quello più buono di tutti, quello così buono che poi li ha convinti ad assaggiare i fagiolini del pranzo (tutta la classe li ha assaggiati e la maggior parte di loro li ha mangiati tutti!).
Che i bimbi fossero degli esperti di immaginazione, non lo dubitavo.
Ma che si interessassero ad un tema, a volte ancora così ostico anche per gli adulti, mi ha proprio stupito!
Ho colto con piacere l’invito della maestra a parlare coi bimbi, perché sono convinta che prima si inizia a parlare di sana alimentazione e a fare il collegamento tra cibo e salute, meglio è!
E scoprire che, tornati a casa, hanno detto ai genitori di usare poco sale, mi ha veramente resa orgogliosa!
Certo, una mattina è solo una piccolissima goccia nel mare, però spero che questi spunti lavorino dentro di loro e li aiutino ad imparare a prendersi cura di loro stessi.
🙂
Dott.ssa Stefania Broglia
Consulente Nutrizionale