Dopo la pioggia… o insieme alla pioggia… se fa capolino il sole all’improvviso tra il grigiore del cielo e qualche nube passeggera è lì che ci sorprende. Ogni volta, inatteso, sa come riportare la luce giusta e i colori vivaci sulla terra.
Ha in sé l’allegria e una certa dose di speranza e basta guardarlo un momento per ringraziare quasi dell’acqua caduta che ne ha permesso l’arrivo. In una semplice e perfetta scala cromatica in successione, pare provvisto di tutto quel che possa servire per definire la parola COLORATO.
E se l’arcobaleno potesse essere assaporato dall’uomo?
Se oltre alla vista anche qualche altro senso ne potesse beneficiare? Il gusto, ad esempio…
Le neuroscienze hanno ormai dichiarato che la vista nell’alimentazione è estremamente importante, poiché ci aiuta a saziarci.
E come dovrebbe essere l’aroma di un arcobaleno? Mmm… non potrebbe mancare il dolce di una bella mela rossa o quello dei piselli verdi freschi, l’asprezza tipica del limone giallo o quella più “mansueta” delle arance. Ci vorrebbero le more e i lamponi, ricchi di pigmenti violacei, o il bianco delle rape o della verza e il verde smeraldo brillante delle zucchine.
La natura ha dotato frutta e verdura di plurimi colori i quali, ognuno caratteristico del prodotto in questione, hanno protetto le piante dalle insidie degli aggressori del regno animale.
I pigmenti colorati di frutti e piante hanno, inoltre, la caratteristica di essere una fonte importante di molecole antiossidanti necessarie al buon funzionamento del nostro organismo.
Basti pensare al resveratrolo, presente nella buccia dell’uva nera, e alla sua azione fondamentale svolta nella prevenzione delle patologie cardio-vascolari.
E se il destino di molti frutti esposti all’aria è spesso quello di imbrunirsi, a causa dell’effetto mediato dall’ossigeno nell’ossidazione, con un’alterazione del sapore, che diviene amarognolo, e con l’impoverimento in principi nutritivi (in particolare in vitamina C e nelle altre vitamine idrosolubili), la buccia, responsabile del colore dell’alimento, esplica inoltre il ruolo di proteggerlo dall’ossigeno atmosferico.
Non dobbiamo, poi, dimenticare l’azione che svolge il rivestimento esterno dei frutti (pensiamo anche alla cuticola esterna dei cereali) nella prevenzione e nella terapia della stipsi… ma, per stare tranquilli, è imprescindibile che si tratti di frutta e verdura biologiche, perché si abbia la certezza che i pesticidi non siano stati impiegati nella fase di coltivazione e quindi non siano rinvenibili nella buccia, diventando potenzialmente dannosi in seguito all’ingestione da parte dell’uomo.
Quindi W I COLORI a tavola, che indicano presenza di acqua, nutrienti e poco grasso (il cui colore tipico è un NON COLORE, il bianco).
L’ideale da consumare sarebbero 7 porzioni, una per ogni colore giornalmente (una porzione = una tazza di verdura fresca o mezza di cotta oppure un frutto medio): 1. Arancione – giallo; 2. Arancione; 3. Rosso – viola; 4. Rosso; 5. Giallo – verde; 6. Verde; 7. Bianco – verde.
Buon appetito e… buon arcobaleno!!! 😀