C’è stato un grande clamore a Bruxelles nel corso del convegno “Nutrizione e stili di vita”. C’è chi dice che ci sia necessità di tutelare maggiormente i Consumatori, c’è chi dice di no, c’è chi tira in ballo “la libertà personale”, c’è chi grida alla frode.
Eccomi!!! Sarò strana io… Ma quando entro in un negozio e compro un cibo cosiddetto “commestibile” mi aspetto non solo che non mi faccia morire per avvelenamento istantaneo, ma neanche che mi faccia morire lentamente per sovrappeso, diabete, gastrite, intossicazione etc…
C’è invece chi pensa che vendere cibi senza alcun poter nutrizionale sia lasciare libero il consumatore di scegliere. 😕
Scegliere cosa? Come ammazzarsi?
Ecco un altro bel dibattito di carattere etico – economico che sta disegnando una bella linea di demarcazione tra chi vuole davvero migliorare nutrizione e stile di vita del consumatore ed i lobbisti che difendono i loro interessi.
In questi giorni si sta discutendo se sia giusto (secondo noi di Autodifesa Alimentare S A C R O S A N T O !!! 😀 ) tassare i junk food, tutti i cibi che non apportano vera qualità nutrizionale, con un tassa supplementare.
Sacrosanto perchè le schifezze costano MENO del cibo vero, quindi i produttori, confezionando schifezze risparmiano tenendo bassi i prezzi…
… ed il consumatore – tartassato dalle spese – purtroppo non capisce quanto sia dannoso risparmiare sul cibo che va a ricostruire, rinnovare o viceversa intossicare ed ostruire le sue cellule…
Quindi è giusto che un cibo schifoso costi di più in virtù di una tassa che magari vada a compensare le spese mediche che crea, piuttosto che corsi di Nutrizione (… e di Autodifesa Alimentare? ) che possano aiutare le persone a capire il valore della sana alimentazione.
Cito dal Corriere della Sera:
Sostiene invece “il Ministro della Sanità romeno Attila Czeke, che i cibi cattivi esistono, eccome. E sono, anzi sarebbero: i cosidetti prodotti «fast-food», burger o polpette, patatine, fiocchetti, bibite o beveroni gasati e colorati. Dice ancora Attila che questi alimenti, specie se trangugiati con la voracità del conte Ugolino, fanno ingrassare e a volte ammalare la gente; che è giustissimo perciò chiamarli non «fast-food» ma «junk food», cibi-spazzatura; e che infine, per tutte queste ragioni sacrosante, vanno tassati. Di quanto, lo calcoleranno gli esperti del governo di Bucarest. Ma intanto si parte, già a marzo, e i ricavati della nuova tassa andranno a programmi di educazione alimentare-sanitaria.”
La Romania ha già istituito questa “sovrattassa” ed è curioso che le grandi potenze europee – molto più alle prese con obesità e sovrappeso – non abbiano già operato questa misura. Chissà perchè… mumble mumble. Facciamo qualche ipotesi??? Meglio di no! 🙁
L’altro giorno ho pubblicato un articolo sugli “Assoqualcosa“… bene, mentre impazza la polemica, Federalimentare sostiene – udite udite – l’eurodeputata della Germania che “non c’è una lista di alimenti buoni e cattivi“, cosa ribadita a Bruxelles dai più grandi nutrizionisti mondiali….
(più grandi in che senso? Più grandemente pagati dalle Lobby Alimentari, forse? O magari più in sovrappeso? 👿 )
Non esistono cibi cattivi, dunque, e – in particolare – sostiene, che
“le misure proibizionistiche e di natura fiscale non educano il consumatore…“
Innanzitutto perchè parlare di proibizionismo? Ma che parola è? Non parliamo certo di “proibizionismo”, perchè usare parole faziose che portano alla mente vecchie restrizioni della libertà? 👿
Le restrizioni fiscali vanno a detrimento più che altro delle aziende di Junk Food.
Il Consumatore verrà lentamente spinto verso i cibi più salutari che costano lo stesso o anche meno (se poi frequentano il nostro corso possono imparare come mangiare benissimo spendendo pochissimo )
…. ma udite udite (bis) !!!
L’esempio preso da Federalimentare è proprio l’Alcool!
Alzare il costo degli alcoolici non farebbe che “aumentare l’inflazione!!!” 😯
Ah, ecco qual è il problema della nostra economia, proprio quello!!! 😕
Fantastico, direi che siamo assolutamente d’accordo… 👿 ne abbiamo parlato a lungo!!! L’alcool “non fa male” (e lo dico nel senso puramente piennellistico del non 😀 ), o meglio, fa male a stomaco vuoto, se lo trangugi insieme ad uno degli alimenti che “non sono assolutamente cattivi“, come ad esempio delle belle gustose salsicce di maiale… va alla grande!!!
Ma mi faccia il piacere!!!
Non ci resta che dire, W W W Attila, Ministro della Sanità romeno, flagello degli Assoqualcosa e nuovo protettore ad honorem di Autodifesa Alimentare!
🙂
Viviana Taccione
Wellness Angel Coach & Trainer
sono assolutamente d’accordo con le tue considerazioni, che dovrebbero essere scontate per la maggior parte della gente, ma……non è così.
perchè se c’è chi vende cibo spazzatura c’è anche chi lo compra (ovvio!) e dunque il vero problema è aiutare a comprendere chi -spesso- non vuole sapere… contro gli interessi economici di… chi non ci vuole bene
e sempre a monte, secondo me, c’è il fatto che nella società di oggi (perdonate, ripeto cose già dette) esiste il consumatore di tutto dalla mondezza ai farmaci, non l’essere umano.
E allora credo il lavoro da fare è….ancora più a monte riumanizzare il consumatore fargli scoprire “la realtà”….
ciao liliana
PS: come si diventa wellness coach?
Ciao Liliana, grazie del commento! 😀
Per diventare Wellness Coach c’è il WECO CLUB, il Wellness Coaching Club di I Feel Good che trovi qui: http://www.wecoclub.it
Da questa pagina puoi scaricarti gratis l’ebook MISSIONE BENESSERE che ti spiega un po’ meglio cosa fa un Wellness Coach… e poi a breve esce il libro di Leonardo (Leonardo Di Paola 😉 ) “Wellness Coaching” con le Edizioni My Life, il 1° libro che spiega e sistematizza questo favoloso approccio al benessere! 🙂
E’ vero che le misure proibizioniste e di natura fiscale non educano il consumatore, ma intanto è un primo passo per consapevolizzare. Sarebbe bello che non ci fossero ostacoli al mettere in primo piano il benessere intelligente della persona, ma se la strada per arrivare a questa condivisione di “nuovi” valori si prospetta lunga, meglio inziare con strategie adatte al livello di coscienza generale. Grazie, Viviana, per aver messo in luce un altro aspetto interessante di questo percorso di crescita!
Io non trovo, invece, che costi poco il “cibo-spazzatura”. Le patatine, merendine, e caramelle varie di marca costano tantissimo! Certo, mangiare a McDonald costa di meno che mangiare a un ristorante normale, pero’ tanto “cibo-spazzatura” non rientra nella categoria di fast-food nella definizione della maggior parte delle persone, e quindi l’eventuale tassa probabilmente non andrebbe a toccare questi cibi. Riferisco a tante cose che si vendono nei supermercati discount: le bibite o cosi’-detti succhi (che di succo non hanno quasi niente), cibi scadenti in scatola, merendine varie, frutta e verdura vecchia importata da chissa dove, e altro. Tanta gente compra questi cibi pensando di risparmiare, senza rendersi conto che quello che risparmiano in denaro, lo pagano in salute.
Articolo interessantissimo! trovo anche molto utile il progetto di Attila = tassare il junk food a favore di progetti di rieducazione alimentare!
Non bisogna parlare in negativo, condivido pienamente ma purtroppo pensare che per i soldi e gli interessi di alcuni si approfitta della gente che non ha le giuste informazioni per scegliere con consapevolezza mi fa un gran dispiacere! E’ una questione di priorità e di valori ma come può un uomo mettere davanti il profitto alla salute di un altro uomo??? Ultimamente molti pazienti felici di conoscere come realmente funziona il nostro corpo mi domandano perche’ certi argomenti non vengano insegnati a scuola. Immagino che voi, così abili comunicatori, potreste fare (se non lo fate già) qualche bell’ incontro che lasci il segno magari anche assieme a i professionisti del settore che condividono la vostra missione! Che ne dite? I bambini sono il futuro!
Ciao Sara, grazie della tua domanda.
Sarebbe bello ma… combattere contro le istituzioni non è la nostra Mission! 😉
Non siamo medici ed è difficile trovare professionisti illuminati che se la sentano di dire il contrario di quello che – per vari motivi – si “deve” dire.
Abbiamo scoperto negli anni che è molto più facile aiutare la famiglie quando si avvicinano loro ai nostri corsi (nel momento in cui una persona nel nucleo familiare è pronta a cambiare), piuttosto che andare noi a dare “suggerimenti non richiesti” a una platea annoiata.
E’ un po’ anche il motivo per cui preferiamo rivolgerci ai privati e non (anche se ci sarebbe un grande business lì) alle aziende. E’ più efficace! Diffondiamo meglio il nostro messaggio! 😀
Nei corsi aziendali ci sono persone che piuttosto che stare in ufficio accettano di buon grado di partecipare gratis… 😕
… Noi preferiamo avere in aula persone consapevoli che fanno una scelta per essere lì con noi e che stanno rinunciando al loro tempo libero, al programma TV, alla cena con gli amici, a star dietro ai “devo e dovrei” per occuparsi della loro crescita personale…
Questo in linea di massima. Certo se ci fosse un’occasione particolare, tutto è possibile!
Un abbraccio! 🙂