Il mondo dell’Alimentazione e della Nutrizione, si sa, è uno degli universi più resistenti all’accettazione di certezze scientifiche.
I motivi sono diversi, ma tra tutti spiccano certamente il grosso significato emotivo, culturale e rituale del cibo, troppo spesso compensazione naturale di tante frustrazioni quotidiane, ed i fortissimi interessi economici che coinvolgono oltre all’approviggionamento ultramiliardario di ciò che mettiamo nel piatto anche le ricadute nel settore della sanità e della cura farmaceutica.
Queste due spinte contro la chiarezza e la definizione univoca di parametri universali condivisibili di benessere alimentare non solo alimentano (è proprio il termine giusto) querelle e diatribe secolari tra amici e conoscenti (esistono pochi altri settori della conoscenza umana come questo in cui anche la persona comune ritenga di avere una grande competenza professionale…), ma generano ormai da anni studi pseudo scientifici basati su rilevamenti spesso parziali e limitati che non fanno altro che aumentare la confusione (ed il malessere) collettivo, complici anche i media sempre troppo affamati di scoop scioccanti.
Per definizione la scienza non arriva mai a risultati definitivi, ma oggi abbiamo finalmente anche in italiano il resoconto di uno dei pochi studi indipendenti (cioè non sovvenzionati da gruppi alimentari o farmaceutici), ampi (non basati sulla reazione di 8 poveri topi) e lunghi (che non hanno analizzato le reazioni fisiologiche per sole 3 o 4 settimane): The China Study.
Pubblicato da pochi giorni da Macro Edizioni, e già un bestseller, il testo conferma sostanzialmente quello che noi – e tanti altri esperti di nutrizione naturale e alternativa – sosteniamo da diversi anni, primo tra tutti che una sana ed equilibrata alimentazione rappresenta la principale causa di benessere o malessere per l’organismo, soprattutto se basata su cibi di origine vegetale e con limitati inserimenti animali.
The China Study
T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell
2011 – Macro Edizioni
Un libro da leggere, e da usare per confermare la saggezza intuitiva del nostro corpo e del nostro buonsenso, a dispetto di chi ci vuole male a tavola!
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Coach & Trainer
www.autodifesalimentare.it
Complimenti Leonardo,
devo dirti che anch’io ho recensito “The China Study” sul mio blog (www.membri.miglioriamo.it/unaltropuntodivista), ma tu hai saputo farlo meglio, condensando i punti fondamentali, l’ essenza, direi, di questo libro che, senza retorica, si può definire davvero unico nel suo genere, in pochissime righe.
La sua eccezionalità non sta tanto nella mole di studi e la durata degli stessi su cui si basa (che pure sarebbero una ragione sufficiente per ritenerlo straordinario), ma perchè per la prima volta si è fatta piena luce su una problematica inerente alla cultura del cibo che è sempre stata tabù ( o quantomeno non era mai stata affrontata nella letteratura divulgativa) e che riguarda l’ intricatissimo rapporto tra le convinzioni della gente comune, i suoi miti, le sue abitudini da una parte, e dall’ altra la scienza più aggiornata e imparziale, che a sua volta deve fare i conti con le varie lobby che entrano inevitabilmente in gioco, la politica e i mass media, cioè, in una parola, col potere.
Colin Campbell spiega con dovizia di particolari al lettore ignaro tutti i giochi che si celano dietro le quinte, scoprendo un mondo che prima di leggere questo libro non si conosceva nella sua complessità, o su cui al massimo si nutrivano legittimi sospetti, ma la cui realtà non di rado supera l’ immaginazione.
Grazie mille Michele! 🙂
Anche da parte mia tanti tantissimi complimenti a Leonardo per las capacità di sintesi dimostrata nel condensare in poche righe il messaggio educativo del libro.
Ho appena finito di leggerlo (e credo che tornerò a leggerlo ancora una volta)! Niente di nuovo ovviamente si agginge alla mia conoscenza di quella che è l’unica verità nel campo della nutrizione: il benessere fisico, per noi uomini, viene soltanto dal mondo vegetale che è quello per cui siamo stati fatti, è il cibo che ci è congeniale e che aiuta beneficiosamente il nostro corpo nel quotidiano lavorio cellulare che chiamiamo vita.
Un lavoro di dimensioni immense, forse mai più ripetibile d’ora innanzi per le mutate condizioni ecoambientali e per i nuovi stili di vita dei popoli interessati, ma certamente di valore scientifico elevatissimo, quello condotto dal Prof. Colin Campbell, che avrebbe potuto meritare il premio Nobel se non altro per il potenziale beneficio in favore di tutta l’umanità derivante dalla sua ricerca.
Ha dovuto lottare in primis contro se stesso e le proprie convinzioni, e quindi contro il mainstream, contro lo scetticismo e l’ironia di colleghi poco scientificamente informati e tronfi nel proprio ego, contro gli interessi delle parti economiche interessate (Big Pharma, Big Medicine, Big Agriculture, Big …., Big …., ecc.), contro politici disonesti e venduti al miglior offerente, persino contro quelli stessi che gli commissionavano la ricerca ma che la volevano addomesticata ad interessi lobistici diversi.
Ha dovuto attendere lunghi anni prima di decidersi a rendere finalmente pubbliche le risultanze della sua ricerca, effettuata su larga scala, accettata e iniziata forse porpio per dimostrare, prima di tutto a se stesso, che quello che si andava dicendo da quialche parte sulla dieta americana non poteva essere vero; per lui che proveniva dalla campagna americana, da una vera fattoria, che aveva vissuto a contatto con gli allevatori e aveva consumato, durante l’infanzia e oltre, litri e litri di ‘salutare’ latte vaccino, suonava come una bestemmia, un insulto alle proprie convinzioni e a quelle della maggior parte degli americani, il solo pensare che ci potesse essere una dieta migliore al mondo di quella americana.
Ci inonda di dati, di grafici e di statistiche, tutte volte a rendere omaggio all’alimentazione di tipo naturale e vegetale, escludendo dalla dieta, per la sua tossicità, ogni alimento di origine animale.
Bene, consiglio vivamente la lettura di questo libro, scritto dal Dr. C. Campbell in collaborazione con il figlio Thomas, che ha saputo addolcire, con la sua arte di scrittore, l’asprezza dei tratti scientifici.
Un’ultima cosa: io ci ho anche trovato molte conferme alle teorie se vogliamo anche empiriche di Arnold Ehret (vedi il mio articolo: Arnold Ehret – Il sistema di guarigione della dieta senza muco), vecchie quasi di un secolo, quanto meno perché condividono gli stessi principi nel campo della nutrizione e la stessa teoria vegetariana vegana.
Michele.