Eh già! Proprio così… esiste il CERVELLO ENTERICO.
Stiamo parlando di quei cento milioni di neuroni e cellule gliali che ospitiamo all’interno del nostro organismo, in un posto diverso dalla canonica testa.
Sì, perché oltre al CERVELLO CRANICO ne esiste un altro nel corpo di ogni essere umano… non meno essenziale, non meno soggetto a nevrosi, di certo dall’esistenza meno scontata.
Quella che sembrerebbe una scoperta, che desta probabilmente stupore in qualcuno, è invece una certezza solida e, anche per i non addetti ai lavori, senza dubbio ipotizzare che ci fosse questo secondo cervello avrà sfiorato le nostre menti, seppure in un solo momento della nostra esistenza.
Ma sì… l’agitazione, la tensione, la paura, il dolore, la gioia, l’amore… le famigerate “farfalle“… quante volte questi sentimenti, queste emozioni molti di noi le avrebbero potenzialmente collocate nella pancia?
Non solo nella testa, nella gola, nel cuore si sarebbe scelto di indicarne la “residenza espressiva“.
Queste e tante altre sensazioni, oltre alla fame, da sempre le proviamo nella pancia.
I nostri due cervelli sono connessi mediante il nervo vago ed insieme cooperano all'”omeostasi nervosa” dell’organismo.
Se messi a confronto, la loro struttura appare simile. Entrambi sono ricchi di circonvoluzioni… certo, le cerebrali sono da sempre conosciute come tali, per le enteriche si tratterebbe forse di un neologismo linguistico… giacché in questo caso è l’intestino che le realizzerebbe.
Quest’ultimo è un organo estremamente importante nella fisiologia umana: 1/3 di tutto il sangue che circola nel nostro corpo è ivi presente, il 70% delle cellule del nostro sistema immunitario che producono anticorpi si trovano nella mucosa intestinale, il 95% della serotonina è prodotta nell’intestino.
Quest’ultimo è, per antonomasia, l’organo deputato all’assorbimento, attraverso le strutture definite villi intestinali.
E non si tratta solo di mangiare in modo adeguato perché la sua funzione sia esplicata nel migliore dei modi.
Vi è infatti un paradosso. Secondo il Dott. Jensen “Puoi mangiare i cibi migliori e morire ugualmente di fame, se i processi di digestione e di assorbimento non funzionano bene“.
Qui si colloca, quindi, l’urgenza di provvedere al meglio alla scelta degli alimenti qualitativamente migliori ma anche il più possibile adeguati a preservare le fondamentali funzioni assorbitive proprie dell’intestino di ognuno di noi.
RAGIONARE CON IL SECONDO CERVELLO potrebbe quindi rappresentare un auspicio felice da indirizzare a sé stessi e agli altri.
Cosa non può mancare per provare ad attuare questo invito? Ascoltarsi.
Il nostro corpo ci parla, anche dai distretti apparentemente meno sensibili. Poniamoci in ascolto dei plurimi segnali che prova costantemente ad inviarci.
Evitiamo l’ignavia, la superficialità a tavola. Impariamo a capire di cosa abbiamo davvero bisogno per vivere serenamente.
Attraverso l’alimentazione possiamo contribuire in modo pregnante alla realizzazione di questo bel progetto.