Durante il Corso di Autodifesa Alimentare lavoriamo molto sulla dimensione culturale e informativa del nostro “saperci difendere” a tavola.
Tutto quello che mangiamo passa dalla decisione di farlo o dalla noncuranza rispetto al non farlo. Decidiamo di mangiare bio (non capita così, per sbaglio) oppure non ci curiamo di mangiare salumi.
Per questo, dato che per scegliere il meglio dobbiamo sapere qual è il meglio, diciamo che la dimensione conoscitiva è sempre la base di partenza. Certo, può non bastare. Un matematico direbbe che è condizione necessaria ma non sufficiente.
Tuttavia senza cultura non esiste vera libertà.
Alla luce di questi presupposti, e dato che in effetti le persone stanno cominciando a capire questa evidente realtà, chi vuole vincere la guerra dei fatturati oggi va oltre lo spot, soprattutto quando non si promuove una singola marca ma si deve difendere un’intera categoria merceologica.
La vera battaglia si gioca e si giocherà sempre più a livello educativo e informativo, ed in questo scenario internet diventa inevitabilmente la cassa di risonanza sia per le idee valide che per le… idee meno valide!
Negli ultimi tempi sta circolando in rete un articolo contro la soia (se vuoi dare un’occhiata i riferimenti sono qui: http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=5&t=28553) che rappresenta davvero un ottimo esempio di distorsione informativa.
Sarebbe lungo in questa sede analizzarlo punto per punto, ma ho provato ad estrapolare le caratteristiche di un articolo fazioso in modo tale che ognuno di noi possa riconoscerne la natura per riuscire a difendersi dalle sue nefaste conseguenze.
Questo non vuol dire che anche in questi articoli possa esserci qualcosa di vero, ma quello che dobbiamo rifiutare energicamente è farci prendere in giro. Se il tuo approccio è fazioso, io non ho alcun motivo per ascoltare quello che dici! Torniamo agli articoli divulgativi (perché ne esistono anche di scientifici, purtroppo… ma questa è un’altra storia)…
Che caratteristiche hanno questo tipo di articoli?
Ad oggi ne ho estrapolate 5:
1. L’articolo fazioso distrugge qualcosa (un alimento o una serie di alimenti) piuttosto che promuovere qualcos’altro (es. alternative valide); 🙁
2. L’articolo fazioso usa termini generici e fa affermazioni palesemente infondate
– “Con la possibile eccezione della lecitina di soia, tutti gli altri prodotti di soia, indipendentemente da quanto ben lavorati, contengono da un basso a un moderato livello di tossine perchè i processi di lavorazione non sono in grado di rimuoverle completamente.” (tutti? proprio tutti? e la soia al naturale? E poi quali sarebbero questi processi di lavorazione? Forse ne esistono di migliori e peggiori?)
– “Le proteine della soia ora sono presenti nella maggior parte del pane in vendita nei supermercati.” (questa è chiaramente una fesseria per noi qui in Italia… ma se anche fosse vero in un altro paese, non sarebbe carino dire in quale paese capita questa cosa?);
3. L’articolo fazioso crea ingiustificati allarmismi puntando su una comunicazione emotiva
– “La giustificazione per incrementare il consumo di soia è basata sul concetto che dovremmo ridurre la quantità di grassi nell’alimentazione infantile. I grassi contengono molte sostanze nutrienti che sono vitali per la crescita e lo sviluppo normali, e contribuiscono alla funzioni corrette del cervello e del sistema nervoso. I bambini nel periodo della crescita hanno bisogno di più grassi, non meno. Privare i bambini dei grassi di cui essi hanno bisogno è un crimine. Più soia nei pasti delle mense scolastiche significa più assenteismo, più ferite, più problemi d’apprendimento, più ADHD e più violenza. Le insufficienze nutrizionali si accentueranno e aumenteranno le malattie. La crescita del profitto delle industrie della soia avviene a spese dei nostri bambini.” (dunque la violenza dei bambini dipende dalla soia… no comment 😈 );
4. L’articolo fazioso parla di investimenti o interessi economici senza fare raffronti
– “Solo negli USA vengono spesi 80 milioni di dollari dall’Unione dei Produttori di Soia per sostenere programmi atti a “rafforzare la posizione della soia sul mercato e mantenere e aumentare la presenza della soia e dei prodotti da essa derivati sui mercati nazionali ed esteri”.” (sembra tanto? eppure corrisponde appena al 2,5% dell’investimento pubblicitario annuo della Coca Cola… 😯 );
5. L’articolo fazioso suggerisce implicitamente che ciò che è nuovo è male e che la tradizione è il bene
– “La ragione per cui gli occidentali hanno alti tassi di osteoporosi è perché hanno sostituito con l’olio di soia il burro, che è una sorgente tradizionale di vitamina D e di altri attivanti lipo-solubili necessari per l’assimilazione del calcio.” (quindi il burro fa bene! 😕 )
Meditiamo, gente, meditiamo…
Vi aspetto in aula per la prossima edizione di Gennaio 2009…
Nel frattempo, senza esagerare… Buona soia a tutti! 😉
Leonardo Di Paola
Wellness Angel Coach & Trainer di Autodifesa Alimentare
importante è trovare delle fonti sicure di cui fidarsi, non credere a tutto.
Sono d’accordo, Fabiana, e confrontare diverse fonti, possibilmente di opinioni opposte 😉
Meditiamo… e stiamo sempre attenti a quello che leggiamo o sentiamo! Cosa non farebbero tutti quei signori pur di renderci malati per proporci le loro medicine? I cibi semplici, naturali e non lavorati sono sempre esistiti… ricordiamoci delle tradizioni alimentari dei nostri nonni e bisnonni, ma anche dei nonni e bisnonni di altri popoli, il resto viene da sè…
Perfettamente d’accordo con Fabiana e Stefania. Diversificare le informazioni e poi discernere.
Condivido, l’informazione alla base di tutto. A proposito delle tradizioni alimentari: i miei nonni avevano le mucche ed erano abituati a bere e mangiare latte burro e formaggi fatti in casa e anch’io di conseguenza. Passare dal burro all’olio è stato difficile, ma ce l’ho fatta (anche perché il burro che si compra non sa di niente non è neanche parente del “vero” burro). Passare dal latte vaccino al latte di soia… è stato più difficile, per il motivo opposto ( il gusto del latte di soia non è gradevole al palato) ma ce l’ho fatta!
Viva la soia!
Anch’io concordo: confrontare le informazioni e discernere.
Ok confrontare le informazioni ma spesso questo crea confusione quando quello che vado cercando è: Dove sta la verità? Se mi trovo a vagliare delle informazioni diverse, quello che io penso sia più attendibile non è detto che necessariamente corrisponda alla verità (a volte anche chi sembra più autorevole può arrivare a mentire per qualche recondito motivo).
Cara Claudia, hai perfettamente ragione… noi esseri umani siamo ossessionati dalla verità, ma la verità è che spesso semplicemente non esiste una verità! (almeno su questo piano di esistenza ;-))
Esistono delle verità statistiche, delle tendenze di massima, delle correlazioni tra fattori in grado di farci vivere meglio (o peggio).
La cosa più importante è imparare a ragionare con la nostra testa e non accettare acriticamente quello che leggiamo solo perché farlo è più semplice, o perché – come dici tu – sembra più attendibile.
In ogni caso i 5 parametri di cui parlo dovrebbero quantomeno aiutarci a capire se stiamo leggendo un articolo palesemente fazioso o il resoconto di un onesto studio scientifico… E poi valutare sulla base della nostra esperienza personale.
In questo campo, come in altri, il Benessere è frutto di una continua ricerca…
Alla prossima! 🙂
Gli interessi commerciali che girano intorno al mondo dell’ alimentazione e dei farmaci possono produrre articoli abominevoli e disinformazione senza ritegno. É nostro compito, come dite giustamente, non smettere mai di informarci e ricercare la verità.
In effetti oggigiorno diventa sempre più difficile, a causa delle tantissime fonti non verificabili, riuscire la comprendere la veridicità/correttezza delle informazioni che si trovano sul web.
Questi cinque “indizi” però sono sicuramente un punto di partenza. Grazie per dritta.